giovedì 10 settembre 2020

A margine dell'episodio di Pontassieve

Se non fosse per gli occhi e l'atteggiamento che denotavano profonda disperazione, il gesto della ragazza di Pontassieve potrebbe suscitare il sospetto di un'accurata messinscena. Tutti i sondaggi degli ultimi mesi intorno alle elezioni regionali in Toscana, orientano verso il successo - sia pure di misura, già questa è una notizia! - del candidato del centro sinistra. Cosa potrebbe aiutare di più che la creazione del martire, attaccato non tanto a causa della posizione politica quanto dell'appartenenza religiosa? Sembra strano che in un centesimo di secondo si possa riuscire a strappare una camicia e a distruggere ben due rosari, senza alcuna conseguenza per l'integrità fisica dell'aggredito. Certa è la conseguenza, per un paio di giorni il soggetto - da un po' in affanno con i media - è tornato alla ribalta con un sorriso sornione e rassicurante. Firenze val ben un rosario!

Il centro sinistra e la sinistra dovrebbero curare maggiormente alcuni aspetti comunicativi, senza offrire agli antagonisti politici ampie praterie di azione. Per esempio, se si vuole essere contro l'odio mediatico e informatico, non basta dirlo, occorre essere contro la violenza da qualunque parte essa venga esercitata, sia con le parole che con le azioni. Altrimenti si rischia di costruire aureole sul capo di sedicenti martiri incompresi, il che tradotto in parole povere significa vagonate di voti guadagnati o almeno perduti dalla parte opposta. In nome della campagna anti-salviniana, rimane in piedi un governo scricchiolante, penalizzato da tutti i sondaggi e purtroppo abbastanza in continuità con quello precedente (e guidato dallo stesso presidente!). Più viene attaccata, più la destra cresce, anche grazie a episodi come quello di Pontassieve o al sostanziale silenzio generale della stampa su un episodio gravissimo come lo spintone dato da Beppe Grillo a un giornalista che lo voleva intervistare.

Occorre riportare la lotta politica sui contenuti e non sulle persone. E' urgente la cancellazione dei Decreti sicurezza, l'interruzione dei respingimenti in Slovenia avvenuti - sembra di capire dalle dichiarazioni della Lamorgese - "all'insaputa" del Ministro dell'Interno, la fine degli accordi con la Libia e la Turchia, la pretesa di verità e giustizia per Giulio Regeni e la scarcerazione di Patrick Zaki, l'avvio di una riflessione sulla nuova Didattica al tempo del coronavirus (e non solo sulle regole di distanziamento e di giusta prevenzione sanitaria), una gestione democratica e non paternalista della crisi sanitaria, economica e lavorativa legata al covid-19, l'assunzione di un nuovo ruolo di protagonismo in un'Europa che dovrebbe essere sociale, verde, accogliente e culturalmente pacifista e pacificatrice.

Questi sono i temi su cui si vorrebbe vedere impegnata la componente sociale della politica italiana e di quella europea, un ripartire - anche cogliendo l'occasione del difficilissimo autunno che ci attende - dalla concezione della società proposta nell'Ottocento da Louis Blanc e poi da Karl Marx, "a ciascuno secondo il bisogno, da ciascuno secondo le sue capacità". Questo è il vero antidoto alla violenza, sia essa individuale o legalizzata, cercando di stendere un pietoso velo di silenzio mediatico sugli show patetici di personaggi politicamente inesistenti che non vale la pena neppure di nominare.

Nessun commento:

Posta un commento