domenica 20 settembre 2020
Anhovo, brez Salonita. La grande protesta della valle dell'Isonzo (Dolina Soče).
Si è svolta sabato pomeriggio una grande manifestazione per protestare contro l'inquinamento ambientale prodotto dal cementificio e dalla zona industriale di Anhovo. L'evento è stato introdotto a Deskle da un'ampia trattazione delle problematiche ambientali della valle della Soča e dell'intera Slovenia, da parte dell'attivista ecologista Uroš Macerl, già vincitore del premio mondiale Goldman 2017 per l'ambiente. Con parole piene di convinzione ed entusiasmo, Uroš, conosciuto in passato soprattutto per la lotta contro la multinazionale francese Lafarge, proprietaria del cementificio di Trbovlje, si è chiesto che cosa resterà alle future generazioni, se per favorire l'avanzata del Capitalismo selvaggio permetteremo che si distruggano i fiumi, si taglino i boschi e si inquini irrimediabilmente l'aria. Il fiume, che scorre fornendo un dolce mormorio di sfondo alla spiaggia dove si è tenuta la conferenza d'avvio, sembrava quasi voler confermare i discorsi e sottolineare le parole di un cartello, agitato da uno dei presenti, sul quale era scritto: "di chi è l'aria? di chi è il fiume? di chi è la nostra vita?". Fondamentalmente, questo è stato il motivo conduttore anche dei successivi momenti. Guidato da Mateja Sattler, portavoce di EkoAnhovo e da Rok Rozman, di Balkán River Defence, si è formato un lungo corteo che ha raggiunto a piedi il piazzale antistante al Cementificio della Salonit. Sono stati ricordati i motivi principali di preoccupazione. In una zona già tremendamente colpita in passato dalle malattie correlate all'asbesto, le emissioni dal co-inceneritore dove vengono bruciati anche rifiuti tossici provenienti soprattutto da Italia e Austria, corrispondono a un aumento impressionante delle percentuali di persone colpite dal cancro e da altre patologie legate all'inquinamento. Nonostante tutte le pressioni, non si è ancora riusciti a ottenere controlli adeguati e legislazioni in grado di salvaguardare anzitutto la salute, prima che gli interessi economici e finanziari dei gruppi industriali. Come se non bastasse, gli scarichi nel terreno e nell'Isonzo di materiale fortemente inquinante da parte di una fabbrica vicina, la svizzera Eternit, ha provocato nel corso dell'estate il divieto di utilizzare l'acqua, non soltanto per bere, ma anche per lavarsi. Tuttora sono necessari i camion dei pompieri per fornire l'acqua indispensabile agli abitanti. La Sattler, nel suo intervento davanti a oltre un migliaio di persone riunite presso l'entrata del fabbricato principale e giunte anche da altre città della Slovenia e anche alcuni dal Friuli Venezia Giulia, ha voluto ringraziare i pochi che hanno espresso fattiva attenzione e solidarietà alla loro battaglia. Un grande applauso ha salutato il pensiero grato ai medici sloveni che hanno sottoscritto un forte e competente documento di denuncia. Dopo la sosta, conclusa con un ironico e corale brindisi augurale davanti al cancello della Salonit, il corteo - ordinato e assolutamente nel rispetto pedissequo delle norme anti-covid19 - è ripartito alla volta di Deskle, percorrendo la strada statale e raggiungendo la piazza principale del paese, dove le voci dei poeti hanno concluso la manifestazione con un accento carico di arte e di cultura.
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