Questa semplice pittura parietale è stata realizzata tra il mese di giugno 1915 e il novembre 1917. E' raffigurata una Pietà, con uno sfondo celeste, nel quale rilucono le stelle, forse la luna e in alto il sole. E' meno celebre di quella di Michelangelo, ma non suscita minore emozione, in quanto l'ignoto pittore è stato un soldato italiano che ha voluto decorare la chiesetta dedicata alla Consolatrice degli afflitti, sulle pendici del Monte Krn, in un sito che richiede un paio di ore di cammino per potervi arrivare.
La cappella ospitava i soldati che si ritrovavano a pregare, guidati da cappellani militari giovani quanto loro, che li confortavano con sagge e prudenti parole e benedivano le loro armi, sperando che fossero efficaci e che i militi non cadessero sotto i piombo degli avversari.
A pochi chilometri da questo luogo, nel quale il pensiero struggente va a una generazione falciata dalle decisioni di pochi politici inamidati e dalle strategie di generali incoscienti, c'è un'altra chiesa suggestiva, quella di Javorca. Essa è più nota, addirittura è segnalata come patrimonio culturale europeo. E' stata edificata durante la prima guerra mondiale dai combattenti sotto l'esercito austro-ungarico. In essa si ritrovavano a pregare guidati da cappellani militari giovani quanto loro, che li confortavano con sagge e prudenti parole e benedivano le loro armi, sperando che fossero efficaci e che i militi non cadessero sotto i piombo degli avversari.
Insomma, cattolici contro cattolici, benedizioni richieste allo stesso Dio, invocazioni di preti della stessa confessione affinché gli uni si potessero salvare a discapito degli altri.
Pochi punti del nostro territorio di confine raccontano in modo più forte l'assurdità dell'inutile strage. Questi sprazzi di bellezza, quasi macchie di colore nell'oscurità della tragedia assoluta, sembrano celare infiniti tesori nascosti, gli ultimi istanti di umanità prima della brutalità dell'assalto, il pensiero mesto alle proprie famiglie e al tradimento di una vita stroncata all'alba del suo realizzarsi. Parlano dell'orrore degli amici fatti a pezzi, del sangue e del terrore, ma anche della forza e del coraggio, spesso del rifiuto di uscire dalla trincea, magari confidato segretamente al proprio Dio prima di essere falciati dalle raffiche dei carabinieri delegati a uccidere quelli che a quel tempo chiamavano i "disertori".
Oh, se queste due chiesette potessero parlare, gridare all'Europa e al Mondo l'ingiustizia della guerra, della fame, della persecuzione! Se potessero arrivare a suggerire al cuore di chi ancora crede che le armi possano risolvere i conflitti del mondo, di chi massacra senza pietà gli innocenti di ogni tempo per garantirsi una presunta sicurezza presente e futura! Se potessero svelare i segreti gelosamente custoditi, le ultime riflessioni, gli ultimi battiti del cuore, le ultime memorie di un amore che non si sarebbe mai più realizzato!
Se non ricordo male anche un Papà ha benedetto le armi durante la seconda guerra mondiale, almeno così mi raccontavano i miei da piccina....
RispondiEliminaPatrizia
non solamente papi ma tantissimi preti..
RispondiEliminatutto in nome della religione
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