Oggi, 21 dicembre, alle ore 10.20, il Sole raggiunge la "stazione". Il suo percorso apparente nell'orizzonte celeste raggiunge il punto estremo. Si ferma, per così dire, per iniziare il suo cammino di ritorno che durerà circa sei mesi. "Stazione del Sole", questa potrebbe essere una traduzione del termine "Solstizio".
Fin dalla più remota antichità, nell'emisfero Nord, questo momento si carica di significati simbolici e fonda la mitologia religiosa.
L'inizio dell'inverno porta con sé una duplice suggestione, da una parte suggerita dall'apparente morte della vegetazione, dall'altra dalla consapevolezza che proprio dentro questa fine si nasconde il nuovo inizio. In breve tempo il Sole si rialzerà sull'orizzonte, le giornate torneranno a essere più lunghe, il freddo sarà meno intenso. Ma tutto questo sul momento non si può percepire, il seme che riposa sotto la coltre della neve, il gelo che intristisce l'animo, l'oscurità che sembra avere ancora per qualche istante il sopravvento.
Come non collegare gli espliciti suggerimenti della Natura con la speranza nell'immortalità? Nell'apparente rigore dell'esperienza della vita, nel buio che incombe sul mondo, si può intravvedere il segno di un rinnovamento generale, di una rigenerazione cosmica? I miti preromani, i saturnali, le feste legate al sole, le affascinanti altezze spirituali del mitraismo, i nomi del divino, fino al mistero cristiani del Natale, si presentano come varie modalità di esprimere lo stesso infinito desiderio di vita nel superamento dell'oppressione di quello che alcuni filosofi definivano lo "squallido quotidiano".
Anche oggi, su un Pianeta avvelenato dalla follia della guerra, dell'ingiustizia sociale, della minaccia dell'inquinamento globale, si alza il Sole che sta per giungere al punto estremo del suo apparente girovagare nello spazio e nel tempo. Il Solstizio sia percepito come un messaggio di speranza e come un impressionate augurio di autentica pace che la Natura rivolge a ogni vivente.
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