martedì 27 agosto 2024

Una sera in Primiero

 

Ieri sera, a Fiera di Primiero, provincia di Trento, si è tenuto un bell'incontro culturale. Procedendo dall'etimologia e dal valore simbolico del celebre "ratto" da parte di Giove travestito da mansueto bue, si è fatto riferimento al ruolo di Aquileia nell'edificazione dell'antica e nuova Europa.

Si è parlato di storia, di arte, di diffusione del cristianesimo, di concetto di identità. Si è preso in esame il tema della complessità, con l'impossibilità di ridurre la storia a un unico punto di vista, contestando quindi l'insistenza sulla necessità di sottolineare le "radici cristiane" di un Continente che nel passato ha visto intrecciarsi il mondo greco e quello latino, il mondo arabo con quello ebraico. 

Da queste constatazioni è stato facile procedere all'esempio di Nova Gorica con Gorizia capitale europea della cultura 2025, una terra che ha visto lo spargimento di tanto sangue in guerre fratricide, oggi diventa faro a livello mondiale, prova di come sia possibile risolvere i conflitti e valorizzare le diversità, attraverso la celebrazione della bellezza dello stare insieme e non del combattersi con armi sempre più sofisticate. C'è stato tempo anche per auspicare che l'istanza etica della fraternità e sororità universali possa trasformarsi in precisa scelta politica, attuando anche forme di integrazione reciproca già previste dell'ordinamento statale come per esempio l'ex sprar poi siproimi e oggi sai, Servizio di Accoglienza e Integrazione. La valorizzazione della comunità locale, in particolare del ruolo e della responsabilità di un Comune, è decisiva per poter affrontare in modo equo ed efficace la "sfida" dell'accoglienza umana e globale che caratterizza il tempo attuale.

I circa trenta partecipanti hanno seguito con grande attenzione e hanno preso parte al dibattito con numerose domande e osservazioni. E' stato un bel momento, un'altra prova del fatto che nelle piccole comunità esiste ancora un forte spirito di coesione e di collaborazione, che si esprime anche in una forte sensibilità per la cultura, per l'interpretazione del passato e del presente e anche per l'espressione artistica.

Del resto è un'impressione che ha preso forma anche nelle poche ore pomeridiane in cui è stato possibile visitare qualche porzione della rete di paesi che formano il Comune di Primiero San Martino di Castrozza. A Siror abbiamo contemplato opere d'arte lignee sparse ovunque, soprattutto collocate sulle pareti delle antiche case. Si è vista la chiesa e si è entrati in una sorta di fienile ristrutturato (Tabia), divenuto grazie alla creatività delle persone un'originalissima sala espositiva dove si incrociano l'estro artistico dei pittori e la passione sociale per la costruzione di una comunità viva e coesa. Mentre l'amico Davide Pintar, sloveno di Števerjan trapiantato in questo lembo di Trentino, mi introduce ai segreti delle sue bellissime opere, Gianfranco Bettega mi presenta alcuni aspetti storici molto interessanti. Tra gli altri contenuti di cui è esperto, si è dedicato alla ricerca sui segni - testimonianze di una fede semplice, ma intensa e profonda degli antenati - incisi sulle porte delle case e sulle travi. insomma, una vera e propria biblioteca viva, in grado di far rivivere, almeno in parte, un passato che per la gente vissuta da queste parti, non doveva essere facile, ma sicuramente molto inserito nella natura rigogliosa e maestosa di questo territorio.

Uno dei momenti principali di questo breve viaggio è stata la visita al maso, antica abitazione di pastori che d'estate salivano a quote impensate per pascolare le mucche e con il latte produrre il formaggio. Ereditato uno di questi casolari sparsi sulla montagna, Davide con i suoi familiari ha trasformato con grande maestria e ingegno la casupola di legno in una straordinaria dimora, si potrebbe dire un vero e proprio eremo sprofondato tra il verde intenso dei boschi e spalancato verso le rocce dolomitiche delle Pale di San Martino. I poveri strumenti della vita dei pastori sono diventati oggetti utili alla vita quotidiana dell'oggi, in una singolare commistione tra il fascino un po' idealizzato del tempo che fu e la possibilità di un meraviglioso rifugio dal frenetico tran tran della postmodernità.

Grazie cari amici, è stata proprio una bella serata!

Nessun commento:

Posta un commento