giovedì 2 maggio 2024

Largo ai giovani...

 

Tanti giovani. Le manifestazioni del Primo maggio hanno visto la partecipazione di tanti giovani. In tutto il mondo le nuove generazioni si mobilitano. Ci sono, con non troppo entusiasmo, nelle celebrazioni annuali organizzate dai vari establishment. Ma sono presenti ed efficaci soprattutto in quelle "fuori programma", promosse da loro ma aperte a tutti, dai capelli biondi o neri a quelli grigi e bianchi.

Sono studenti degli ultimi anni di quelle che un tempo si chiamavano scuole superiori, universitari, ragazzi che si affacciano per la prima volta al mondo del lavoro. 

Cantano, gridano slogan, camminano portando con sé la voglia di vivere. Chiedono un mondo migliore, il rispetto per la Natura, la normalità dell'incontro tra persone che provengono da ogni parte di un mondo senza confini, la tutela dei diritti di ogni persona, il lavoro sicuro per tutti, il giusto salario, la fine di ogni guerra.

Desiderano un futuro, quello che sentono minacciato dalle dinamiche di una politica asservita ai poteri forti dell'economia e della finanza. Non accettano i compromessi delle cosiddette destre e sinistre, chiedono di poter vivere ed essere protagonisti nel cambiamento del Mondo. Identificano il grande nemico nell'attuale fase del capitalismo mondiale, nell'imperialismo del denaro e degli interessi che avviliscono la dignità dell'uomo e guidano il Pianeta in un mare di ingiustizia e di sopraffazione.

La loro aspirazione alla libertà, la lotta contro ogni violenza, il chiamare per nome i genocidi e le prese di posizione senza infingimenti provocano. E il Potere reagisce con i suoi soliti sistemi, già visti e riconosciuti a Genova nel 2001: l'infiltrazione di provocatori nelle manifestazioni pacifiche in modo da disinnescarne la carica autenticamente rivoluzionaria, i manganelli usati senza limiti (anche in Italia), le intimidazioni di ogni genere e, in alcune parti del mondo solo per portare qualche esempio, la diretta eliminazione delle manifestanti (Iran), la sparizione dei ricercatori della verità (l'Egitto del caso - non certo unico! - di Giulio Regeni), la carcerazione preventiva illimitata (Ilaria Salis in Ungheria e migliaia di altri ovunque). 

L'esuberanza di chi grida per farsi sentire in un mondo adulto che si dimostra sordo può dare fastidio. Il disagio è accresciuto dal fatto che negli ultimi decenni, soprattutto dopo il soffocamento del "nuovo mondo possibile" all'inizio degli anni 2000, non si erano più visti cortei di questo genere. Il paragone più calzante potrebbe essere quello del mitico '68. La novità di quella primavera è stata sostituita dall'afosa estate del tempo in cui quei ragazzi sono diventati vecchi e hanno spesso dimenticato, perfino rigettato quegli orizzonti di ingenua speranza.

Ora i giovani si fanno di nuovo sentire. Non è che si debba per forza dare loro ragione su tutto. Quello che è veramente indispensabile è ascoltarli e, per quanto possibile, stare accanto a loro. Non si tratta di "guidarli", ma di essere vicini, di sostenerli con convinzione nella forza del loro desiderio. E' la loro ora, facciamoci saggiamente un po' da parte e lasciamo che siano essi i protagonisti del loro e del nostro destino.

Nessun commento:

Posta un commento