mercoledì 3 gennaio 2024

Deputati pistoleri e sottosegretari poco trasparenti

Il pistolero di Capodanno sarà giudicato dalla magistratura e probabilmente pagherà come minimo con l'espulsione da Fratelli d'Italia la sua incredibile leggerezza (per usare un eufemismo). Ridurre la questione a un incidente creato da un incontrollabile incosciente è la linea che il partito sembra voler portare avanti. "non è una questione politica".

A parte che non esistono eventi che non lo siano, in questo caso il problema è intensamente Politico. In primo luogo la pistola che ha sparato appartiene a un deputato, cioè a un rappresentante del popolo e in questa come in altre situazioni, il privato non può che essere politico. In secondo luogo gli eventi si sono svolti nel corso di una festa organizzata di fatto da un membro del governo. L'interessato dice di non essere stato presente, perché impegnato a portare le sporte di cibo avanzato nel baule della sua macchina (se non ci fosse da indignarsi, ci sarebbe da ridere!). Tuttavia è in un contesto da lui creato che si è presentato il compagno (si fa per dire) di partito, portando nel taschino una minipistola che avrebbe mostrato ai presenti, si suppone per vantarsi dell'oggetto di sua proprietà. Inoltre un esponente del Governo con tanto di scorta non dovrebbe forse consentire di fare immediata chiarezza su un episodio accaduto quasi sotto i suoi occhi? Difficile che la mancanza incredibile di trasparenza possa non essere interpretata come goffo tentativo di coprire l'amico...

E questo è il punto politico più importante. Giorgio Beretta, importante esponente del pacifismo italiano, ha scritto molto sulla compravendita di armi in Italia e soprattutto sulla facilità con la quale si può ottenere un semplice porto d'armi. In questo modo ci sono milioni di italiani che possiedono una o più spesso molte armi, dei veri e propri arsenali familiari. C'è chi va a caccia e chi ritiene che gli sia necessaria una maggior sicurezza, ma le motivazioni che garantiscono il raggiungimento dell'ambito permesso sono, nella maggior parte dei casi, per lo meno discutibili.

Ordunque. Se un personaggio pubblico che ha un consenso popolare e riveste cariche rappresentative assai importanti, si può permettere di andare in giro, a una festa di Capodanno, portando in tasca uno strumento in grado di seminare potenzialmente morte- per sbaglio o per volontà - come non temere che tra i milioni di altri titolari di porto d'armi ci siano altri pericolosi pistoleri? Come non cogliere l'occasione per rivedere i criteri di richiesta e di assegnazione del porto d'armi? Come non ridurre al massimo possibile la cerchia di coloro che abbiano il diritto di possedere e usare le armi? E questo, nel momento in cui addirittura si pensa di anticipare a 16 anni il limite minimo, è un problema politico, assolutamente politico.

Per quanto riguarda gli allegri protagonisti del ferimento di Capodanno, c'è da augurarsi che: 1. il ferito non venga intimidito e sporga denuncia nei confronti del feritore. 2. il sottosegretario abbia un soprassalto di dignità e offra al Capo del Governo le sue immediate dimissioni, solo per essere stato in qualche modo coinvolto nella vicenda, almeno per aver creato l'occasione. 3. il deputato venga privato non solo del porto d'armi, ma anche processato per il suo comportamento. Anche lui dovrebbe immediatamente dimettersi da deputato, data l'evidente contraddizione tra il ruolo pubblico e quello privato. 4. La Presidente del Consiglio dovrebbe riconoscere pubblicamente gli errori di "arruolamento" dei suoi collaboratori, sostituendoli immediatamente, se vuole continuare a dare un'impressione di fiducia, di credibilità e di coerenza agli italiani che l'hanno votata e che credono nella sua politica.

Sarà così? Mah...

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