Si vive gli uni accanto agli altri. Eppure si può passare un'intera esistenza senza neppure accorgersi che la persona che ti passa accanto parla una lingua diversa dalla tua. Addirittura si può vivere in due città, distanti qualche centinaio di metri l'una dall'altra e non sapere assolutamente nulla di ciò che accade oltre la linea di demarcazione. Proprio come accadeva a Leopardi quando immaginava cosa ci fosse al di là del colle dell'infinito.
Quanto si conosce della letteratura, dell'arte, della cultura? L'ignoranza è imbarazzante e a volte abissale. Una Capitale europea della Cultura nella quale in generale ci si conosce ancora molto poco è fortemente condizionata da questa incapacità o difficoltà di reciproca comprensione.
Come non chiedersi "ma dove si era in tutti gli anni precedenti? perché nessuna scuola italiana ci ha insegnato lo sloveno?" Inoltre bisogna constatare che gran parte degli sloveni, a Nova Gorica, conoscono più o meno bene l'italiano, mentre a Gorizia quasi nessun italiano, nel migliore dei casi, va oltre al dober dan.
Certo, sarebbe stato indispensabile, anche in questi ultimi tre anni verso il 2025, attrezzare le scuole da una parte e dall'altra del confine con corsi mirati per gli studenti, italiano in Slovenija e sloveno in Italia. Ci sono molti corsi per adulti, ma spesso sono limitati a poche ore, mentre l'apprendimento serio di una lingua richiede molto impegno di studio, approfondimento e soprattutto conversazione. Ma se gli sloveni sono sempre costretti a parlare in italiano per farsi capire, da una parte subiscono un'evidente mancanza di rispetto, dall'altra tale atteggiamento diminuisce ulteriormente la possibilità di conversare.
Quindi, al si là delle tante belle cose che avverranno nel 2024 e nel 2025, occorre uno sforzo personale. E' indispensabile cercare di imparare lo sloveno, questo è un obiettivo che ogni cittadina e cittadino di Gorizia si deve prefiggere, per contribuire alla riuscita del grande evento. Certo, da adulti non è facile imparare una nuova lingua e anche chi cerca corsi lunghi e impegnativi non riesce certo a parlarlo bene. Ma è importante studiare, studiare più che si può, facendosi aiutare da persone competenti, per arrivare almeno a capire la lingua del vicino e a farsi capire. Poi ci sarà sempre un buon esercizio di pazienza e di comprensione da parte dei reciproci interlocutori.
Un grazie enorme a chi si presta per favorire questa causa. Da parte mia in particolare vorrei ringraziare Sara Terpin, per i bei corsi online dei due ultimi anni scorsi e Rada Lečič, straordinaria conduttrice dell'avvincente "lettorato" di sloveno presso l'Area di Scienze Sociali e Umanistiche dell'Università di Trieste, dove sono accolti anche (purtroppo pochi) studenti italiani, alcuni dei quali ben oltre gli "anta". Il loro servizio, come quello di Aleksandra Devetak e di altri insegnanti sloveni, è il contributo più prezioso alla causa di una Capitale europea della Cultura non incentrata sulla visita di particolari monumenti, ma sulla contemplazione del miracolo dell'autentica unità nella valorizzazione sincera di ogni diversità.
Cari Goriziani, studiamo lo sloveno, dragi Goričani, učimo se italijansko!
Grazie Andrea, sono completamente d'accordo con te!
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