Il tema della prima giornata, che si terrà domani, sabato 30 dicembre, dalle 14 in poi presso il Conferenze Center dell'Università di Trieste a Gorizia, è "Negoziare la pace". L'obiettivo è proporre al mondo politico, accademico e culturale di Nova Gorica e Gorizia, la realizzazione del "Laboratorio internazionale di Giustizia e di Pace". Come già accadeva agli inizi degli anni '90 del XX secolo, le due/una città potrebbe(ro) essere sede dei primi passi delle trattative fra delegazioni di popoli in guerra. Inoltre, una delle tante caserme dismesse che occupano e deturpano un ampio spazio pubblico, potrebbe diventare centro di preparazione dei corpi civili di pace europei. Non si tratta di "volontari", preparati per andare ad alleviare le sofferenze delle vittime delle guerre, quanto di veri e propri diplomatici, assai ben addestrati e competenti, in grado di raggiungere zone di conflitto per suggerire con gli strumenti della diplomazia percorsi alternativi alla violenza, ovvero l'avvio del dialogo e della trattativa al posto dell'invio di armi a sostegno di una parte contro l'altra.
L'urgenza di una simile proposta è purtroppo drammaticamente evidente. Le due guerre sotto i riflettori mediatici, in Ucraina e in Palestina, sono una gara al rialzo dell'orrore. Da una parte una permanente situazione di scontro cronicizzato, con migliaia di morti - civili e militari. Dall'altra parte un massacro senza precedenti, l'annichilimento della striscia di Gaza, seguito ai terribili attentati di Hamas del 7 ottobre. Dove condurrà questa interrotta sequela di morte e distruzione? Anche se l'opinione pubblica sembra essere sempre più formata a pensare irrazionalmente il contrario, non esiste altra soluzione che non sia la trattativa, l'ascolto delle reciproche "ragioni" e la ricerca politica di una soluzione. Questo vale anche per l'altro centinaio di guerre che si combattono, lontano dai riflettori, in ogni Continente.
Nova Gorica con Gorizia, capitale europea della Cultura, può allora diventare anche Capitale europea della Pace. ma occorre che si prendano in considerazione anche altre premesse. Al Conferenze Center si discuterà ampiamente sui negoziati di pace. Ma non può esistere pace senza accoglienza e la carta d'identità di una capitale europea della Cultura deve essere da questo punto di vista sistemata. Come pensare con convinzione alla giustizia e alla pace, quando ogni sera centinaia di persone dormono all'addiaccio, sulla piazza della Casa Rossa o nei pressi della Stazione Centrale, perché "non c'è posto per loro da nessuna parte", neppure un fragile tetto sotto cui dormire?
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