Uscendo dalle strade principali, si incontra un'altra Albania, specialmente nei paesi lontani dalla costa adriatica. Colpisce ovunque l'accoglienza, spesso accompagnata dal piacere di scambiare due parole. Molti hanno lavorato in Italia, ciò facilita la comunicazione e il reciproco racconto.
La situazione economica è ancora preoccupante. Gran parte dei più giovani si trova all'estero e da lontano mantiene chi è rimasto. Da qualche anno il turismo sta diventando componente importante, chi è direttamente coinvolto riesce a realizzare un dignitoso guadagno, ma per la maggior parte della gente la vita non è facile. Con uno stipendio medio sui 400 euro si fa fatica anche a pagare una bolletta della luce, da immaginare tutto il resto. Mancano tutele previdenziali e garanzie di qualsiasi tipo. Lo Stato non funziona come dovrebbe e spesso la corruzione peggiora ulteriormente la situazione, vanificando la passione e l'impegno di buona parte della popolazione.
La conseguenza è l'evidente divario tra pochissimi straricchi e la grande maggioranza di poveri, insomma, in piccole dimensioni, proprio ciò che accade nel mondo intero. Si capisce meglio ciò che dovrebbe essere ovvio. In queste condizioni non ci sono altre possibilità, se non quella di migrare verso lidi migliori (Europa e America del Nord) per poter sopravvivere.
Non c'è molta differenza rispetto a tante altre realtà. I sud e i nord del mondo si incrociano ormai ovunque. La bellezza della natura e l'importanza della storia non sono sufficienti a garantire benessere, pace e giustizia. C'è bisogno di un cambiamento strutturale, di sistema e questo, nell'epoca della globalizzazione, non può essere realizzato da un solo Paese, ma deve essere impegno urgente dell'intera umanità.
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