Spiaggia di Borsch |
Anche in Albania il fascismo non ha fatto nulla di buono. Gli italiani sono arrivati già nel 1939, con un'occupazione che, dopo aver costretto all'esilio il re Zog, si è trasformata in protettorato. È stata poi utilizzata come base per il lancio della (anch'essa fallimentare) campagna di Grecia. Anche in questo caso, la presenza italiana non è stata certo apprezzata, osteggiata fin dall'inizio da un vero e proprio esercito clandestino, antifascista militante, legato soprattutto, anche se non esclusivamente, al partito comunista. Il presidente del raggruppamento e conduttore principale delle operazioni antifasciste, fu proprio quell'Enver Hoxha che governò poi l'Albania per oltre 40 anni, dal ritiro delle truppe naziste nel 1944 alla sua morte, avvenuta nel 1985. Sono stati anni difficilissimi, una dittatura spietata nei confronti degli oppositori, un periodo di totale isolamento dal resto del mondo, un potere anacronisticamente determinato dall'ammirazione per la figura e l'ideologia staliniste.
L'Albania ne è uscita dopo il 1990 e si è incamminata sulla strada del capitalismo, aprendosi al resto del mondo, senza per questo vedere evidenti miglioramenti nella vita economica e sociale. La crisi finanziaria e politica dei primi anni '90 del XX secolo ha portato più di un milione di albanesi, soprattutto giovani, fuori dal loro Paese, per cercare di sopravvivere. Si sono inseriti in generale abbastanza bene nei territori di immigrazione e alcuni hanno avviato imprese imprenditoriali, i cui proventi sono stati spesso utilizzati per migliorare la situazione interna.
Un elemento sicuramente recente è la valorizzazione del turismo. Poco più grande della Lombardia, l'Albania è molto bella e interessante. Ci sono importanti siti archeologici visitabili (molto ben tenuti!), luoghi nei quali viene presentata la storia più recente, con l'evidente tentativo di dimostrare la rottura con il passato fascista e con lo stato di ispirazione comunista dominato da Hoxha. Ci sono belle montagne, le cui vette raggiungono i 2500 metri e c'è un mare che offre possibilità per tutti i gusti, dalla spiaggia di sabbia a quella di sassi fino agli scogli che si specchiano nell'acqua limpida. Ci sono città affascinanti, antiche e moderne, fiumi impetuosi e laghi dai mille colori. In effetti, il turismo sta rispondendo bene alla chiamata e sono tante le presenze dall'estero. Molti sono albanesi che hanno fatto fortuna fuori e rientrano "a casa" per le ferie, ma tanti vengono dall'Italia, dal resto dei Balcani e da molti altri Paesi. Si costruiscono nuove strade, si migliorano le vecchie, ma c'è ancora tantissimo da fare, soprattutto per collegare le zone montuose interne, a volte realmente impraticabili e per migliorare il traffico caotico che caratterizza le grandi città del Nord.
Sono solo impressioni, per conoscere bene una cultura e un popolo occorre condividerne la vita. Ma anche dall'esterno qualcosa si può intuire, ascoltando le testimonianze delle persone, in genere assai gentili e inclini alla conversazione e tenendo gli occhi aperti, cercando di cogliere l'insieme e le diverse particolarità.
Grazie Andrea per ciò che racconti di una terra di cui sappiamo poco. Ed è molto vero che, come scrivi, "per conoscere bene una cultura e un popolo occorre condividerne la vita." Sembra una considerazione ovvia ma non è così! Spesso il viaggio in paesi esteri è visto solo ed unicamente come svago. La conoscenza e l'interazione con la cultura del luogo dovrebbe essere il principale scopo di ogni viaggio.
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