domenica 23 luglio 2023

La Dubrovnik del turismo globale

 

Ci si attende molto da una visita a Dubrovnik, l'antica Ragusa. In effetti, la sua collocazione strategica, le sue mura possenti, la ricchissima storia, le chiese, le case, i numerosi monumenti, costituiscono un tesoro prezioso, non a caso con il riconoscimento unesco di patrimonio dell'umanità.

Una calda estate nel tempo del turismo globale riesce a trasformare un breve tour della "old city" in un'interessante esperienza fantozziana. Subito dopo aver avvistato dall'alto la "perla dell'Adriatico e aver espresso l'inevitabile oh di meraviglia, ci si accorge di essere imbottigliati sulla trafficatissima Magistrala, la strada della costa dalmata. Un'oretta di espedienti, a 40 gradi all'ombra e si raggiungono gli agognati parcheggi. Il costo scoraggerebbe perfino gli antichi pirati provenienti dal mare: 7 euro all'ora, 80 tutto il giorno.

Attraversando strade intasate di taxi bollenti, si arriva all'agognata porta, una delle tre principali, assediata da ogni sorta di bancarella dove vengono venduti sempre gli stessi souvenir. Chi vende cappelli fa grandi affari, 22 euro una visiera da nulla per evitare i colpi di sole. All'interno si scende verso l'ampia strada principale, gustando per un istante la sensazione di tornare indietro nel tempo, almeno 500 anni di vita di gran signori, mercanti, soldati e poveri pescatori intenti nello sforzo di riuscire a dar da mangiare alle proprie famiglie. Ma è solo un'impressione, perfino più veloce di quella che si riceve quando si entra per la prima volta a Venezia. In realtà non esiste una casa che non sia stata trasformata in ristorante o negozio di cianfrusaglie più o meno lussuose. Occhio ai prezzi, per una pizza e una birra, a leggere i menu esposti, non se ne vanno meno di una ventina di euro. 

Ed ecco la grande strada centrale. Turisti multicolori si aggirano ovunque, armati della macchina fotografica, alla caccia dello scorcio del secolo da far contemplare compiaciuti ai malcapitati ospiti nelle future lunghe sere invernali. Sono soli, in coppia, in gruppetti di amici. I più disperati sembrano quelli inquadrati nei gruppi scaricati un paio d'ore prima dalle grandi navi attraccate nel porto neanche troppo vicino. Le guide con le bandierine urlano notizie in tutte le lingue e le teste si muovono di qua e di là, come guidate da tanti improvvisati direttori d'orchestra. Non si ha molto tempo per entrare in un museo o per approfondire gli studi sul barocco dubrovnikiamo. Sono più attraenti i comportamenti delle migliaia e migliaia di visitatori, come anche il proprio. Ci si sente infatti come isole in movimento in un Oceano sconfinato, in balia di forze misteriose che ti sospingono qua e là. Viene da chiedersi se non sia questo l'inferno dei privilegiati che hanno vissuto una vita nel Nord del mondo, eternamente rinchiusi in una bolla di benessere dove non ci si interessa più a nulla, si vaga come fantasmi alla ricerca di qualcosa che non si sa e ci si passa accanto nell'indifferenza totale, cercando di sfuggire ai diavoletti aguzzini che cercano di rifilarti gioielli, pranzi di gala o magneti da attaccare sul frigorifero di una casa lontana.

Forse il tanto decantato giro sulle straordinarie mura difensive ritemprerà l'umore depresso? Un sorriso al panorama costa 35 euro, 15 per i bambini. Si capisce che la "stagione" qua dura poco più di due mesi, ma aggiunti al parcheggio, al gelato, al pranzo, all'immancabile ricordino, fanno una cifra considerevole per una famiglia normale. Chi si può permettere di viaggiare nelle grandi mete del turismo globale? Meglio uscire, trovare un albero compiacente con le foglie mosse dalla brezza marina, guardare le onde frastagliate e pensare al mistero della Vita.

In realtà, Dubrovnik è veramente una singolare e fantastica città. Ma se vi posso dare un consiglio, cercate di andarci in autunno o in primavera...

Nessun commento:

Posta un commento