Le montagne, per chi le ama, sono un po'come le persone. Quando si va all'estero, le si guarda con ammirazione e si fanno confronti, "questa assomiglia a quella, questo mi ricorda quello".
In questa giornata, dedicata alle alte vette del Montenegro, questa specie di gioco si è ripetuto spesso. Il lago di Plužina rispecchia i monti ai confini con la Bosnia, come la cuspide terminale del Krn si riflette nel Krnsko jezero, gli alti pascoli precedenti le rocce schiacciate dalle energie della Terra richiamano senz'altro la poetica Velika Planina, al cospetto delle Alpi di Kamnik oppure il Monte Baldo sopra il Lago di Garda, il massiccio blocco di erba e di roccia chiamato Durmitor (m.2521, una delle più alte vette dei Balcani), ricorda il Mangart, forse ancora di più il Peralba, sopra Sappada.
Al di là delle somiglianze e delle differenze, le alte cime stagliate nel cielo sereno costituiscono ogni volta uno spettacolo indimenticabile, allietato da un raro fresco estivo. Non ci sono rifugi, se non qualche piccola baita qua e là. Nonostante una strada molto stretta e panoramica che l'attraversa completamente, il gruppo montuoso è quasi disabitato, se si escludono alcuni pastori, qualche gregge di pecore custodito da cani che svolgono con fin troppa premura il loro servizio, poche mucche che paralizzano lo scarso traffico preferendo (giustamente!) l'asfalto ai ripidi pendii assai scoscesi.
C'è anche qualche alpinista che tenta il sentiero e la ferrata verso la vetta. Non è un cammino facile e l'erba che cresce tra le pietre richiede attenzione ed esperienza. Si incontra qualche pastore e qualche custode di baite costruite nel nulla. Hanno i volti con le rughe scavate dal sole e sono parchi di parole, ma dagli occhi che scrutano fin dentro il cuore e dal sorriso abbozzato e accogliente si riconoscono i tratti degli uomini delle montagne, essenziali, semplici, abituati ad affrontare le avversità, sereni nel sapersi inserire nella quotidianità della Natura.
Come sembrano lontane,dalla meraviglia di questi silenziosi altopiani e dalle notti riempite dalla luce fioca e impressionante delle stelle, le permanenti notizie sulle guerre, sulle violenze di ogni tipo, sui giochi squallidi di potere che dominano i giornali, le radiotv e i social media. Ogni tanto, se ce lo si può permettere, è necessario elevarsi per poter riscoprire lo sguardo d'insieme e per rendersi conto, ancora una volta, che questa immensa bellezza non dovrebbe essere soltanto per pochissimi, ma dovrebbe realmente appartenere a tutta l'umanità, a ogni donna e uomo che affronta l'umana avventura su questo meraviglioso e drammatico pianeta che si chiama Terra.
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