venerdì 5 febbraio 2021

Fermenti planetari (1): eppure si muove...

Sono tempi di grandi movimenti, l'effetto indiretto della pandemia comincia a farsi sentire in diverse parti del mondo. In realtà qualcosa di molto nuovo si intravvedeva anche prima, con le grandi manifestazioni di popolo, per citarne una fra tante, quella promossa dai "Fridays for future" che hanno portato milioni di ragazzi nelle piazze. Negli USA il grande movimento "Black lives matter" contro il razzismo, in Italia i cortei "Prima le persone" per l'accoglienza e contro i respingimenti dei migranti, in Slovenia le artistiche performance contro la deriva autoritaria governativa, in America del Sud, in Asia, anche in alcuni paesi dell'Africa, in Ucraina e ora in Russia... è tutto un grande fermento, coltivato in una profonda insoddisfazione per lo stato sociale e ambientale del Pianeta, incentivato dalle oscure prospettive che si intravvedono oltre il tunnel dell'epidemia globale. Sembra di essere tornati ai primi anni del nuovo millennio, alle mille riunioni per "un altro mondo possibile" del G8 di Genova, alle decine di milioni sulle strade per scongiurare la seconda guerra in Iraq. E non è un caso che ovunque si muovono i cultori dello status quo, i potentati politico-economici preoccupati di assicurarsi il massimo profitto dalla "guerra" contro il virus. Come anche non è un caso che sia stata marginalizzata la democrazia rappresentativa, ormai teatro di uno squallido gioco di potere, dove maggioranze e minoranze si scontrano con l'unico scopo di assicurarsi un posto al sole, senza idealità e parvenze di coerenza, dove - come per esempio in Italia - la destra neofascista si erge a paladina delle Costituzione e la sinistra sedicente riformista si allinea alle celebrazioni del nuovo Capo del Governo, il banchiere dei banchieri europei. Naturalmente la stessa cosa si può dire degli altri Paesi, dove governativi e oppositori siedono da una parte o dall'altra degli emicicli parlamentari dando voce più o meno allo stesso gioco.

Ci sono delle eccezioni? Sì, certo, ma sono sempre più minoritarie. Ci sono politici, giornalisti, personaggi della cultura, ma anche operai, agricoltori, studenti che mettono a repentaglio la propria vita per denunciare l'ingiustizia, per far conoscere la verità, per rivendicare i diritti di tutti. Sfidano un sistema che è potentissimo, soprattutto in termini di controllo dell'informazione e a volte la loro posizione riesce a raggiungere vertici di rischio talmente importanti da "bucare" il muro di gomma costruito dal Capitale. Si dice che un vero profeta lo si riconosce dal fatto che non potrebbe essere altro che perseguitato e forse davvero questo è un criterio per scoprire i veri e i falsi testimoni della Verità, anche oggi. 

(continua)

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