domenica 14 febbraio 2021

Nova Gorica/Gorizia Capitale della Cultura: la sfida dell'accoglienza

Dal Sabotino, Nova e vecchia Gorica, a destra Isonzo/Soča
La seguente riflessione prende come esempio il territorio goriziano, ma può valere in senso più ampio e generale per molte simili situazioni.
Limitando l'analisi agli ultimi 40 anni, si nota che la città di Gorizia (stara, antica...) nel 1981 aveva 41.557 residenti, nel 2021 ne risultano presenti 33.569, con una diminuzione di quasi 8.000 unità. Nova Gorica, nel suo nucleo centrale, aveva nel 1981 17.480 abitanti, divenuti 12.968 nelle ultime rilevazioni, quindi un calo di oltre 4500 residenti. L'intero Comune di Nova Gorica, comprendente numerosi nuclei abitati nella Vipavška dolina e sull'altopiano della Bajnšica, conta attualmente 31.638 abitanti.
Iniziano i percorsi progettuali che condurranno la zona al prestigioso traguardo del 2025, capitale europea della Cultura. L'analisi della questione demografica implica la convinzione che la Cultura sia effettivamente il fondamento della Politica e dell'Economia. Senza una convinta proposta, in grado di attrarre sul territorio persone provenienti da altre parti dei due Stati, dell'Europa e del Mondo, l'emorragia della popolazione rischia di diventare cronica e di rendere assai difficile prevedere un'adeguata accoglienza e ospitalità per i (si spera!) milioni di turisti che potrebbero giungere da queste parti.
Si è già visto con le commemorazioni del centenario della prima guerra mondiale che il numero di visitatori è stato molto al di sotto delle aspettative, anche per una sicuramente tardiva e non sempre efficace preparazione e promozione.
Certo, il Goriziano nel suo insieme ha molto da offrire e l'occasione è di quelle che non ci si può permettere di lasciarsi sfuggire. 
Dal punto di vista storico, oltre a una testimonianza di presenza umana che affonda le radici nella protostoria e a un inevitabile richiamo alla grande vicenda aquileiese, in pochi, forse in nessun altro luogo in Europa è possibile studiare il XX, drammatico secolo, come a Gorizia/Gorica. Per quanto riguarda il paesaggio, le valli dell'Isonzo e del Vipacco, sono meravigliose, alla base di colline e montagne ricche di bellezza e di segreti. Il cibo e il vino sono espressione dell'unità nella varietà degli stili e dei gusti, le persone sono ovunque disponibili al dialogo e all'incontro.
E' indispensabile colmare il vuoto e riempire i circa 12.500 posti vuoti che "la due città" ora riscontra. Come realizzare questo obiettivo, per permettere la realizzazione e il funzionamento delle infrastrutture che serviranno alla Capitale della Cultura, ma anche ai percorsi successivi sul territorio?
Un primo, inevitabile e auspicabile passo, è una decisione congiunta, convinta e urgente, a favore dell'accoglienza. E' necessaria un'accoglienza senza remore di chiunque, in qualsiasi modo, intravveda una possibilità di lavoro e di realizzazione di sé. Le conseguenze sociali della pandemia porteranno probabilmente una terribile ventata di disoccupazione ovunque. Nova Gorica e Gorizia, ma anche i Comuni limitrofi in Italia e in Slovenia, collaborando insieme, potrebbero contare ancora su un numero di abitanti intorno agli 80-90mila. Ragionando da soli, costituirebbero piccoli agglomerati urbani e periferici, con ben poca forza contrattuale a livello locale e continentale. Uniti nella loro diversità, potrebbero invece essere un punto di riferimento molto importante e costituire davvero un grande luogo di costruzione di pace, giustizia e salvaguardia dell'ambiente nel cuore dell'Europa.
Le idee non mancano, le risorse per generare tanto lavoro dovrebbero esserci, anche grazie ai contributi europei. Per le abitazioni nessun problema, 12.500 abitanti in meno dimostrano che "c'è spazio per tutti". Occorre soltanto decidere di accettare la sfida dell'accoglienza in tutte le sue dimensioni, comprese quelle legate alle situazioni emergenziali senza paure, censure e privilegi.

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