"La zona rossa incombe sul FVG", titola a nove colonne oggi l'edizione cartacea del Piccolo. Verso mezzogiorno, online, il Presidente Fedriga annuncia che il ministro Speranza ha escluso il declassamento. Secondo altre testate nazionali, nella stessa giornata di oggi, il Friuli Venezia Giulia sta invece per essere "promosso" zona gialla.
Nel frattempo i dati "ufficiali" che arrivano ai Comuni, plausibilmente gli stessi trasmessi a livello nazionale e di conseguenza ai giornali, sono del tutto insufficienti a delineare la situazione reale. Le comunicazioni di esito positivo dei tamponi arrivano con grave ritardo agli interessati, a volte addirittura scavalcati dai precari excel inviati ai sindaci. A volte non arrivano proprio, come anche in ritardo giungono le notizie delle guarigioni.
Tutto ciò per rilevare lo stato di confusione nel quale ci si trova. Tutti dicono tutto e il contrario di tutto, lo Stato e le Regioni sono in un permanente conflitto di competenze che paralizza il sistema. Gli scienziati rincorrono i politici o viceversa, dichiarando e smentendo continuamente gli altri e se stessi. La situazione di totale incertezza crea danni molto cospicui all'economia, ma incide molto anche sulla tenuta psicologica. Si è sempre più nervosi, schierati calcisticamente dalla parte della squadra dei governativi o dell'opposta fazione dei negazionisti, aggregati agli uni o agli altri sulla base dell'espressione del minimo dubbio. Come poter invocare la necessaria fiducia in una situazione del genere?
L'impressione è che non si sia ancora al "picco", non tanto della pandemia quanto della confusione. I nodi arriveranno al pettine con la ventilata introduzione del vaccino, o dei vaccini. Sarà obbligatorio? Se sì, probabilmente scoppierà una grande rivolta, da parte di coloro che ritengono che il proprio corpo non debba essere violato da prodotti che inevitabilmente saranno poco testati. Se no, l'obiettivo dell'immunità di gregge sarà assai difficile da raggiungere, dal momento che lo schieramento contrario, se non maggioritario, è sicuramente portatore di una percentuale alquanto significativa di consenso.
In tutto questo è bene raccogliere un appello, forse apparentemente poco importante, ma in grado di assumere un valore simbolico non trascurabile. A livello internazionale c'è chi richiede che sia riconosciuta come motivazione da autocertificare - oltre alla salute o al lavoro - il legame affettivo fra due persone. Non si vede come l'esperienza vissuta dell'amore possa contribuire a creare assembramento, anzi, al contrario, l'equilibrio psicofisico che da essa sarebbe generato potrebbe offrire un ottimo contributo alla causa del contrasto a un virus che divide e distrugge le relazioni.
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