martedì 1 dicembre 2020

In attesa del nuovo dpcm. Ci si ricorderà dei "congiunti"?

Come previsto, è iniziata la girandola di notizie relative ai contenuti del prossimo dpcm, previsto per giovedì 3 dicembre. I giornali cacciano le indiscrezioni e filtrano decisioni, offerte come certe, in realtà tutte ancora da verificare. Si tornerà tutti in zona gialla, ci sarà o non ci sarà la Messa di Mezzanotte (a Mezzanotte?), come la si mette con il cenone di Natale, a che ora si chiuderà tutto a Capodanno, si potrà sciare oppure no? Anche se all'apparenza sembrano domande banali, dalle risposte dipende probabilmente l'andamento della tremenda pandemia, sicuramente la situazione economica di centinaia di migliaia di persone che vivono dell'indotto del turismo e che vedono la possibile evaporazione degli affari nel periodo più importante dell'anno.

Si comprende quindi la prudenza del Governo, stretto tra la necessità di salvaguardare la salute di tutti e quella di garantire il diritto al lavoro, tra le pressioni dei sanitari e le categorie imprenditoriali, tra la responsabilità di indicare prospettive di ordine nazionale e le esigenze rivendicate con forza dalle singole regioni. Non volendo quindi aggiungere nulla alla ridda delle previsioni, si vuole segnalare un aspetto della questione molto richiamato e poco preso in considerazione, forse anche perché di fatto privo di risvolti commerciali come quelli implicati negli interrogativi che si rincorrono.

I motivi che, previa autocertificazione, consentono il superamento dei confini (tra regioni di colore diverso, tra comuni nelle zone rosse e arancioni, tra Stati nazionali, ecc.) sono essenzialmente il lavoro e la salute. Non sono compresi gli affetti stabili, in particolare le relazioni di coppia consolidate. D'accordo, non è semplice definire cosa si intenda con il concetto di "stabilità", in assenza di legami formalizzati. Tuttavia il divieto generalizzato a due persone che si amano e vivono in realtà geografiche o in Stati diversi, non ha alcuna giustificazione. Il loro incontro non può essere definito un assembramento, anzi potrebbe essere un incentivo a starsene a casa a godersi qualche momento di rara reciproca compagnia. Per questo, l'auspicio è che ci si ricordi dei "congiunti geograficamente separati", per evitare che il divieto sistematico e prolungato si trasformi in una forma di vera e propria violenza psicologica. 

Un discorso parallelo andrebbe proposto anche relativamente alla situazione delle persone anziane che abitano sole, non tanto nelle case di riposo o di soggiorno, dove c'è un oggettivo pericolo di contagio e in ogni caso non dovrebbero esserci situazioni di abbandono. La privazione sistematica della visita di un figlio o - in assenza - di un parente stretto, per hi vive in solitudine, è un aiuto indispensabile all'equilibrio esistenziale.

1 commento:

  1. È importante l'aspetto affettivo. Ci sono persone anziane che vivono sole nella propria casa e aspettano con trepida ansia di poter avere con sé il figlio o la figlia che vve in altre regioni per lavoro o per altri motivi. È auspicabile che sia possibile per questi superare confini regionali per visitare la propria madre o padre.


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