venerdì 8 agosto 2025

Il papa a Gaza? Perché no?

L'affresco si trova alla Verna e rappresenta frate Leone mentre conversa con (san) Francesco, del quale sarà primo successore. Stupisce la somiglianza fisica con l'attuale papa Leone, successore di papa Francesco.

Al di là del richiamo che può suscitare un sorriso di stupore, riporto questa immagine, perché ad Aviano, nel corso dell'annuale ricordo della seconda bomba atomica sganciata ottanta anni fa sulla città giapponese di Nagasaki, sarà letta e inviata una lettera all'attuale pontefice, con un esplicito invito ad andare fisicamente a Gaza.

Non si vede come si possa fermare la deriva che sta portando al compimento di un genocidio e di una pulizia etnica, si possono solo immaginare le conseguenze della decisione di procedere all'occupazione militare della Striscia.

Hanno per ora fallito tutte le diplomazie, le armi sembrano la sola voce ascoltata in quel lembo di terra. Forse un elemento a sorpresa, come la presenza di una figura autorevole a livello mondiale come è quella del vescovo di Roma, potrebbe ottenere quello che ogni altro tentativo non ha raggiunto.

Non si tratta della preminenza del cattolicesimo su altre forme religiose, ben venga la presenza nella missione del Dalai Lama e di altre autorità religiose. Ma non si può negare che la visibilità di un papa sia a livello mediatico internazionale un'opportunità straordinaria. In questo caso Prevost rappresenterebbe una parte consistente dell'umanità che si sente impotente di fronte alle immani sofferenze del popolo palestinese.

E' vero che difficilmente un viaggio del genere si potrebbe realizzare, ma già provare a chiedere i necessari permessi potrebbe smuovere qualcosa. Sarebbe atto molto grave negare l'ingresso a Gaza a un uomo di pace di levatura internazionale, che certamente proporrebbe il rilascio degli ostaggi da parte di Hamas, la fine del massacro da parte di Israele e la costituzione di un tavolo di lavoro tra le parti per addivenire a una pace giusta e duratura.

Per papa Leone, ancora sotto osservazione da parte dei cattolici e di un'umanità che era rimasta affascinata dalle aperture di orizzonti di Francesco, potrebbe essere una grande occasione per uscire dal guscio vaticano. Si potrebbe con forza proporre come elemento di richiamo alla possibilità di costruire ovunque nel mondo una pace fondata sula giustizia sociale, libera dai nazionalismi e dai razzismi, incentrata sulla constatazione della comune appartenenza di ogni essere umano a un'unica famiglia diffusa su tutta la terra.  

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