Il dibattito "in Corso" a Gorizia intorno alla pista ciclabile sulla carreggiata o sui controviali, coinvolge una questione che sta a cuore a ogni viandante e ciclista. Si tratta della mobilità urbana e di una visione urbanistica capace di valorizzare l'ambiente, il rapporto tra le persone, la città a misura di ogni abitante. Per questo da molti era stata salutata come una coraggiosa novità, sia pur con alcune criticità da superare come gli assurdi e pericolosi parcheggi per le auto al centro della strada, quella di istituire il senso unico automobilistico e di utilizzare lo spazio a uso delle biciclette. Il dietrofront annunciato sui quotidiani ha sorpreso perfino coloro che si erano pronunciati contro la modifica. In questo contesto, sembra giusto riproporre anche in questo blog dal titolo ammiccante ai "cammini", l'articolo di Marko Marinčič, pienamente in linea con il nostro percorso. (ab)
MEDIOEVO GORIZIANO
Che tristezza vivere nello Zibernistan!
Per mesi ci siamo chiesti se il sindaco Ziberna sarebbe stato capace di mantenere la schiena dritta di fronte agli attacchi strumentali contro la ciclabile in Corso Italia. Non credevamo possibile che tornasse indietro mentre l’Italia, l’Europa, il mondo intero procedono verso una mobilità sostenibile, sana, piacevole, in grado di incidere sugli effetti ormai devastanti del riscaldamento climatico. “No, non è così stupido”, ci siamo detti, “al massimo cercherà un compromesso, toglierà una fila di parcheggi, ma una ciclabile nel 2021 non si toglie”.
Lo ha fatto! Caso più unico che raro nel mondo, Gorizia cancella una ciclabile, grazie alla quale in pochi mesi è almeno raddoppiato se non triplicato il numero di cittadini che usano la bici per spostarsi in città. E non raccontiamoci storielle: qualsiasi cosa si faccia sui controviali, non sarà una ciclabile adeguata a spostarsi in modo rapido e sicuro. La pavimentazione in pietra è da mountain bike biammortizzata, lo slalom tra pedoni, bambini, passeggini e cani al guinzaglio sarà da brivido, l’impatto coi gazebo dei bar ancora tutto da scoprire, quello con le auto provenienti dalle laterali potenzialmente mortale.
Il tutto perché un sindaco senza la benché minima visone strategica della mobilità urbana si muove a tentoni, come una banderuola che si riposiziona al minimo alito di vento. E così è bastato un flatus ventris dalle viscere della sua coalizione a fargli calare le braghette da ciclista ed esporre le pudenda al pubblico ludibrio.
Sarà un autogol politico clamoroso. I talebani automontati lo stanno già sbeffeggiando nonostante il ritorno a Canossa del Corso a doppio senso. La loro battaglia sul Corso era evidentemente strumentale: le faide tra le cosche del centrodestra hanno ben altri obiettivi, con buona pace di molti di quei 2000 che in buona fede hanno firmato la petizione, magari solo perché scontenti della seconda fila di parcheggi. In compenso il sindaco si è giocato la faccia. Ma quel ch’è peggio per lui, anche i voti di tanti ciclisti. Non è che chi ama pedalare sia per forza di sinistra, anzi. Molti lo avrebbero (ri)votato, ma adesso ci stanno ripensando. Attorno a noi percepiamo sdegno, delusione, incredulità.
Caro sindaco, noi ciclisti ci sentiamo traditi. Se Nova Gorica si prepara a grandi passi ad essere capitale europea della cultura 2025 anche con un’ambiziosa rete ciclabile che collegherà i luoghi dei maggiori eventi, Gorizia sta diventando la capitale europea se non mondiale dell’incultura ciclistica, dell’insipienza e dell’ignavia in tema di mobilità. Delle due metà della mela siamo noi quella bacata, probabilmente destinata a marcire, se i cittadini alle prossime elezioni non decideranno di cambiare. Noi ciclisti, a prescindere dall’orientamento politico e partitico di ciascuno, ci impegneremo in tal senso.
Sindaco Ziberna, ti abbiamo creduto, abbiamo sostenuto la ciclabile in Corso. Hai avuto una possibilità e l’hai sprecata nel peggiore dei modi. Ci hai delusi, definitivamente. Valuteremo gli altri in base alle loro proposte in tema di mobilità e alla loro credibilità.
Infine, tre piccole dediche:
1) Agli esercenti contras che oggi gioivano per il ritorno al doppio senso. Ne riparliamo quando vi faranno togliere sedie e tavolini dai controviali per far passare le bici. Chi è causa del proprio mal, pianga sé stesso.
2) Ai benpensanti che si indignavano per un paio di castroni che ogni tanto anziché sulla ciclabile pedalavano sui controviali. Sarete contenti quando tutti i ciclisti dovranno per forza passare di là?
3) A chi si lamentava di quanto era brutto il Corso con tre file di auto, due ai lati e una corsia di marcia. Ditemi, sarà più bello con quattro?
E infine, un affettuoso pensiero per tutti quei rottami della politica di destra e sinistra che finalmente potranno di nuovo imboccare il Corso in direzione della stazione. Fatelo, al più presto. Andate in stazione e prendete il treno. Non importa per dove. Purché il biglietto sia di sola andata. Gorizia non ha bisogno di voi...
Marko Marinčič
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