Verrà presentata la nuova guida turistica "Aiello il paese delle meridiane", nella quale è possibile trovare spunti riguardanti non soltanto gli oltre 110 orologi solari sparsi ad Aiello e a Joannis, ma anche le altre grandi ricchezze paesaggistiche e artistiche che caratterizzano il territorio.
Il filo conduttore dell'incontro sarà inevitabilmente legato al rapporto fra il tempo e lo spazio. La grande sfida di una realtà come quella aiellese - e più in generale della Bassa Friulana ex Austriaca - è quella di coniugare le profonde radici di una tradizione ancora viva con le urgenze improcrastinabili della modernità e della postmodernità.
Per questo, se da una parte Federico Basso, dal suo osservatorio di parroco dei paesi, racconterà la storia spirituale delle comunità, l'ottima giornalista di radio Capodistria Barbara Urizzi, procedendo dalle intuizioni maturate nei seguitissimi suoi programmi dedicati ai cammini, parlerà di sostenibilità e di rapporto con l'ambiente che ci circonda.
Aurelio Pantanali sarà un po' il "padrone di casa" in quanto presidente del Circolo culturale Navarca e presenterà il libro appena pubblicato, come pure la mostra dedicata alla danza nel tempo e alla danza del tempo. Modererà la serata Enza Caselotto.
Aiello è all'incrocio tra due importanti cammini, l'Iter Aquileiense (o cammino celeste), da Aquileia al Monte Lussari e la via Postumia, da Grado a Genova. Pochi chilometri a ovest passa l'Alpe Adria, frequentatissima ciclovia dal nord Europa. Un reticolo di ciclabili, già in fase di progettazione esecutiva, unirà Palmanova e Aquileia, due siti Unesco, attraverso i sorprendentemente bei paesi della Bassa Friulana. Così l'Alpe Adria sarà adeguatamente collegata alla ciclovia dell'Isonzo, andando a creare così un polo alquanto attrattivo e significativo.
Ma nei confini del comune c'è anche l'outlet Palmanova che, prima della pandemia, vantava qualcosa come due milioni di visitatori l'anno. A prescindere dal giudizio sul pesante consumo del suolo e sulla logica di mercato sottesa ai grandi centri commerciali, se si offrisse a 1 visitatore dell'outlet su 100 la possibilità di staccarsi dalla visione consumista e capitalista, visitando i paesi intorno, essi risconterebbero qualcosa come 20.000 presenze.
Questo grande numero di "consumatori pentiti" (o anche non pentiti!) potrebbe gustare un altro modo di concepire il tempo e lo spazio, venendo a conoscenza dei cammini, delle meravigliose ciclovie, dell'antica misurazione del tempo attraverso gli orologi solari, del Museo della civiltà contadina più grande d'Italia, delle ville asburgiche, delle chiese parrocchiali, degli affreschi rinascimentali nei sacelli dispersi nei campi, delle spettacolari risorgive, dei borghi e dei mulini.
I "luoghi di vita" più importanti in Aiello e Joannis sono certamente quelli in cui la gente condivide l'esistenza con altre persone. I più giovani si incontrano a scuola, gli anziani nelle vie del paese o nelle due grandi case di riposo. Tanti sono ospitati in Casa Teresa e il centro diurno del Novacco testimonia la bellezza e il valore terapeutico del lavorare insieme, soprattutto nei percorsi relativi al superamento del disagio mentale. Lo sprar (che oggi si chiama SAI, Servizio di accoglienza e Integrazione), rientrando in zona potrebbe portare una ventata di spirito internazionalista. Nella sottolineatura dell'importanza turistica dei cammini e delle ciclovie, non basta pensare al pur importante indotto per i b&b o per le trattorie del territorio. E' necessario anche che si rifletta sulla meravigliosa opportunità di valorizzazione sociale delle persone apparentemente ai margini, che potrebbero diventare protagoniste - professionalmente e non a livello di volontariato - dell'accoglienza e del far sentire a casa propria gli ospiti, siano essi viandanti, ciclisti o visitatori dei negozi.
Ovviamente questa opportunità definirebbe da una parte un programma culturale nei Comuni, fondamento di ogni ulteriore azione politico amministrativa, finalizzato a sostenere la non facile e a volte dolorosa transizione generazionale da un'epoca a un'altra. Dall'altra parte è evidente quanta ricaduta positiva potrebbe esserci in termini turistici sostenibili, nell'accoglienza alberghiera e nell'offerta eno-gastronomica, come pure nel risanamento di un ambiente vitale da pochi anni purtroppo coinvolto nella devastazione dei campi con il cemento e l'asfalto, in situazioni di incredibili abbandoni di rifiuti, nell'avvelenamento dei pozzi freatici a causa delle coltivazioni intensive.
Non si tratta di tornare indietro, ma di riscoprire come un sano e non nostalgico sguardo al passato, possa favorire gioia di vivere, garanzia dei diritti civili per tutti, impegno sociale a favore dei più deboli, occupazione e in generale qualità delle relazioni.
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