Incentrato sulla figura di un prete che mette a repentaglio tutte le proprie sicurezze per condividere la sofferenza dei più poveri, contiene molte delle tematiche proposte dal grande regista spagnolo.
La vicenda ripropone in termini attualizzati la passione di Gesù, il "Nazareno". Il giovane protagonista dedica tutto ciò che ha a chiunque lo incontri, ricevendo in cambio spesso derisione e incomprensione. La superstizione popolare lo trasforma, suo malgrado, in una specie di taumaturgo che suscita effimeri entusiasmi nei deboli e totale disprezzo da parte dei rappresentanti del potere.
E' il potere civile a ricercare e condannare il sacerdote - un vero "prete di strada" che dorme nei fienili, pronuncia parole di consolazione a chi ne ha bisogno, vive di elemosine e di duro lavoro quotidiano. Ma anche il potere religioso si accanisce contro di lui, i novelli Ponzio Pilato e Caifa si accordano per portarlo alla fine.
Anche il suo supplizio, un lungo percorso sotto il sole cocente verso un probabile patibolo, ricorda la prima via crucis. I compagni di dolore lo insultano perché non li toglie dalla loro situazione liberandoli dalla prigionia, ma uno di essi lo difende e parla con lui.
Le figure dei classici "peccatori" - prostitute, ladri, anche assassini - sono descritte con un alone di empatia e condivisione, un contraltare evidente alle squallide forme dei benpensanti politici ed ecclesiastici.
Come sempre in Buñuel non ci sono happy end, come del resto nei racconti evangeli della passione. Nazarin, come il Nazareno, va verso la morte in totale solitudine, lo abbandonano proprio tutti, anche le donne che lo avevano seguito come improbabili discepole. "Che senso ha avuto la tua vita?" - gli chiede l'austero compagno di carcere che lo aveva aiutato.
Il suo volto triste è la risposta. Un'esistenza trascorsa a cercare di alleviare l'umano dolore gli appare all'improvviso insensata. Anzi, proprio la sua bontà profonda è spesso la causa involontaria della sofferenza altrui, in un intreccio misterioso tra il bene e il male, nel quale non è mai così evidente il confine tra i due regni, soltanto apparentemente contrapposti.
Che senso ha avuto la tua vita? Sì, è la domanda che esce dal film e si proietta nello spazio e nel tempo e giunge fino a ciascuno di noi, nella consapevolezza che non esistono risposte preconfezionate o scontate, ma che esse devono essere conquistate giorno dopo giorno, nella faticosa e maestosa sfida della Vita.
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