Una luce senza confini |
Il "viaggio" verso Nova Gorica/Gorizia capitale europea della Cultura è iniziato. Le due parti si stanno riempiendo di manifesti colorati che presentano le opportunità e le risorse di un territorio straordinario.
Bene. Anzi, molto bene.
La strada è lunga e se il buongiorno si vede dal mattino, c'è da guardare avanti con qualche punta di ottimismo. Sia in ambito sloveno che italiano sembra siano state messe in campo molte potenzialità e la "macchina" sembra effettivamente essere partita.
Quali sono gli obiettivi da "centrare" in questo lungo periodo?
E' una domanda importante, al di là della ovvia realizzazione di molti piccoli e grandi progetti finalizzati alla crescita economica e alla promozione turistica.
Dalla risposta a questo interrogativo dovrebbe derivare la ricerca, per così dire, di "un'anima" o di "uno spirito".
In fondo, dalla disgregazione dell'Impero Austro-ungarico in poi, non è più esistito uno spirito "goriziano". Ci sono stati molti altri aggettivi, spesso enfatizzati in modo conflittuale e contrapposto. Ci sono stati molti tentativo di ricomposizione. Tuttavia non si può negare che il XX secolo e il primo ventennio del XXI siano stati caratterizzati da una serie ininterrotta di cambiamenti culturali e trasformazioni strutturali. Il percorso verso il 2025 potrebbe quindi costituire il primo momento di ripensamento intorno a una possibile ritrovata "unità nella diversità".
Potrebbe, appunto. In realtà ciò accadrà se si terrà presente soprattutto il coinvolgimento pieno e convinto di ogni cittadina e cittadino abitante non solo a Nova Gorica e a Gorizia, ma anche nelle valli dell'Isonzo/Soča e della Vipava/Vipacco, nonché nel territorio aquileiese, negli attuali limiti geografici dell'Arcidiocesi di Gorizia.
Le persone che abitano nei due capoluoghi, oppure a Bovec o a Tolmin, ad Ajdovščina o a Vrtojba, a Villesse o a Cervignano, si "sentono" Goriziane? C'è un comune sentimento di appartenenza che unisce giovani e anziani? Ci sono esperienze di studio, di ricerca, di arte, di sport che abbiano come finalità anche la costruzione di un sentiero da percorrere insieme e la valorizzazione della specificità di ciascuno? La coscienza dell'unicità del "local" si può coniugare con quella della pluralità del "global"?
La risposta immediata, senza dubbio, è "Sì!" Per il momento ci sono molte realtà, forse, ma soltanto forse marginali, su diversi piani. In questi giorni ci sono stati i festival culturali e musicali di Cerkno (jazz), Grad Snežnik, Topolove. Presto ci sarà l'intelligente fine settimana di Če-povem (a Čepovan!) con artisti e conferenzieri di levatura internazionale, a fronte di relativamente esigue risorse finanziarie ed enorme volontà di condivisione e cooperazione. Sono piccole realtà, ancora limitate, ma dimostrano come, per ciò che concerne la costruzione dello spirito o dell'anima comuni, l'amicizia sincera sia un elemento imprescindibile, conditio sine qua non, fondamento di qualsiasi altro programma di attenzione alla cultura, all'ambiente, al lavoro, alla vita sociale.
E' solo l'inizio di una riflessione che continuerà. Per il momento questo post si conclude con due auspici.
Il primo è che si metta mano al più macroscopico degli ostacoli alla costruzione dello "spirito Goriziano". E' vero che la lingua non è tutto, tuttavia è un elemento molto ma molto importante. Se l'apprendimento della lingua dell'uno o dell'altro non è rilevato come urgenza assoluta, con l'insegnamento obbligatorio in tutte le scuole e l'avvio di corsi di formazione per gli adulti, la "capitale della Cultura" sarà solo uno spot pubblicitario. Per imparare la lingua dell'altro, almeno per poter comunicare ciascuno nella propria e comprendersi reciprocamente, occorre un'apertura di cuore e di mente possibili sono nell'ambito di una forte e autentica amicizia. La comunicazione senza amore è soltanto pubblicità.
Il secondo è che tra i tanti orizzonti turistici, no ci si dimentichi di quello "lento". L'attesa inaugurazione del ponte ciclabile di Solkan, il "successo" di cammini internazionali e locali, la straordinaria "ciclo-pedonale" dalla sorgente alla foce dell'Isonzo potrebbero essere occasioni eccezionali. Poche attività come il camminare o il pedalare possono consentire l'approfondimento di autentici ed efficaci rapporti di conoscenza e di affetto tra chi vive in un territorio e chi lo viene a conoscere da lontano. La piazza e la stazione della Transalpina, con il suo accogliente info point, potrebbero essere il punto di arrivo e di partenza, oltre che l'elemento simbolico più rilevante, di una vera Capitale europea della Cultura!
Evidenzio un punto importante: il nuovo ponte ciclopedonale sul fiume Isonzo - Soča. Pur non essendo ancora percorribile, questo ponte sarà il tratto più importante della ciclovia dell’Isonzo, unione tra la G1 - auspicando che prosegua verso la sorgente - e la FVG 5, verso la foce. Quest’ultima, purtroppo, è ancora sulla carta. Il territorio, con l’unione di queste ciclovie, sarà veramente unico, in ogni senso!
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