Era il primo anno del III millennio. Si erano da poco chiusi i festeggiamenti e i propositi dell'anno 2000. Erano stati fissati gli obiettivi del Millennio e sembrava realizzabile, entro il 2020, il sogno della riduzione sistematica della fame, dell'analfabetismo, della guerra come strumento di risoluzione dei conflitti. Si parlava, in termini molto concreti, di cancellazione del debito internazionale, di solidarietà e partenariato fra le Nazioni, addirittura di Stati Uniti del Mondo. La Chiesa cattolica aveva appena chiuso la porta santa del Giubileo della Redenzione, i movimenti contrari alla globalizzazione dei mercati sfilavano apparentemente vincenti sulle strade delle Capitali occidentali, personaggi straordinari come la Klein, il Galtung e tanti altri modellavano in forma sociologica e scientifica le fondamenta di "un altro mondo possibile", le guerre balcaniche erano un preoccupato ricordo e i rappresentanti delle religioni sembravano cercare più ciò che unisce rispetto a ciò che divide.
Ebbene, i due avvenimenti principali della terribile estate 2001 riportavano bruscamente gli abitanti del Pianeta a una realtà molto diversa dal sogno dell'"homo planetarius" vagheggiato negli anni '80 del XX secolo dal compianto profeta Ernesto Balducci.
La repressione cruenta della manifestazioni di protesta contro il G8 di Genova non fu un incidente di percorso, un episodio di sangue voluto da poliziotti troppo zelanti e sfuggito di mano alle autorità. Nella cabina di regia delle cosiddette "forze dell'ordine" era presente incredibilmente un ministro. Chiunque sia stato a Genova in quei giorni ha visto e può rendere testimonianza. Le distruzioni impressionanti, i cassonetti rovesciati e bruciati, le vetrine spaccate sono state opera di mai indentificati personaggi mascherati, gli stessi ai quali venivano consegnati i bastoni per agire dall'interno dei cortei e provocare la reazione dei robocop armati e in assetto di guerra. L'irruzione nella caserma Diaz è stato forse l'episodio più vergognoso della storia italiana degli ultimi 50 anni, con una vera e propria mattanza perpetuata nei confronti di giovani inermi, venuti da tutto il mondo per celebrare la propria voglia di cambiamento. Negli anni successivi, le sentenze dei tribunali, i libri e i film sull'argomento hanno portato alla luce la Verità su quei giorni. I responsabili della violenza se la sono cavata con poco, alcuni di loro sono stati perfino promossi ad altri importanti posti di responsabilità. Il risultato, da parte dei "potenti" del mondo, è stato raggiunto. Da quel momento il movimento per un altro mondo possibile, per un'alternativa al capitalismo iperliberista, è entrato in una crisi profonda che continua fino a oggi, venti anni dopo.
L'altro evento planetario è stato l'attentato alle Torri Gemelle di New York, l'11 settembre. E' difficile non collegare la studiata repressione di Genova alla tragedia americana, soprattutto valutando le conseguenze dei due episodi, lontani ma anche molto vicini. I circa 3000 morti di quella strage, i cui contorni reali sono ancora avvolti nell'ombra del mistero, hanno innescato una serie ininterrotta di vere e proprie piccole ma sanguinose guerre mondiali. Centinaia di migliaia di persone, praticamente in tutti i continenti, la maggior parte di esse civili inermi, hanno pagato con la vita non tanto la volontà di "prendere Bin Laden" o paralizzare le centrali del terrorismo, quanto quella di rendere il Pianeta un luogo insicuro, a tutto vantaggio del controllo militare da parte dei "padroni del vapore". Il 15 febbraio 2003 hanno sfilato 15 milioni di persone, per dire il proprio convinto "no" alla guerra. Un paio di settimane dopo Bush junior scatenava la seconda guerra del Golfo, distruggendo qualsiasi possibilità di evoluzione pacifica delle relazioni internazionali. L'"imposizione della democrazia" ha significato la fine anche del movimento per la pace, ridotto di fatto a piccoli motivati gruppi, dalle varie ispirazioni, oggi più portati a una testimonianza marginale che a un reale e concreto sguardo nonviolento sul mondo.
Insomma, celebriamo la memoria di Carlo Giuliani e dei feriti di Genova con una sensazione di delusione, ma anche con la speranza che la loro sofferenza non sia stata inutile e che i semi di futuro seminati in quei giorni possano finalmente germogliare. C'è sempre un inverno di nascondimento e di gelo prima di una primavera rigogliosa. Sarà così?
Se l'uomo impiegasse energie e intelligenza per il bene, vivremmo tutti in pace su questa terra che sarebbe il vero paradiso. Non capirò mai certe dinamiche a meno che non pensi all'intervento del maligno.
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