Un fatto di cronaca occupa i giornali nel tempo necessario a suscitare qualche interrogativo e un po' di dibattito tra i lettori. In breve tempo passa nel dimenticatoio e si procede senza pensarci più.
Non è così quando l'evento ti coinvolge da vicino, in questo caso le domande si moltiplicano e non si ha voglia di discuterne, perché non si sa che cosa dire, se non sensazioni svincolate da qualsiasi affermazione competente o scientifica.
La "notizia" che riguarda un paese che mi sta a cuore (vedi biografia in alto a destra), nella Bassa Friulana, è veramente sconvolgente. La Guardia di Finanza ha scoperto e sequestrato, in una casa disabitata, 100 chili di droga, secondo gli esperti avrebbe "servito" almeno 500mila dosi. Il giro di soldi è inimmaginabile, si parla di diversi milioni di euro. In un paese tranquillo, conosciuto soprattutto per le ville asburgiche, le risorgive, il museo della civiltà contadina, le oltre cento meridiane, il Cammino Celeste, qualcuno ha voluto collocare un deposito carico di illegalità, certamente non destinato al commercio locale, ma internazionale.
Tutto ciò è molto inquietante, la globalizzazione del crimine non risparmia quella che un tempo veniva chiamata "la provincia" e richiama il fatto che si è tutti legati e quindi tutti ci si dovrebbe impegnare insieme, non solo risolvendo i problemi immediati di ogni territorio, ma anche cercando di cambiare l'intero sistema.
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