lunedì 21 giugno 2021

Un ospedale e una tipografia, nella foresta di Tarnova: Bolnišnica Pavla in partizanska tiskarna Slovenija, v trnovskem gozdu

Tipografia "Slovenija" a Vojsko

In queste calde giornate di giugno, senza allontanarsi troppo da Gorizia, vale la pena di dedicare una giornata di vacanza a un "tour" nell'immensa foresta di Tarnova. Certo, bastano pochi chilometri per vedere la colonnina di mercurio scendere di almeno 9-10 gradi. Se si è appassionati di camminate o pedalate, è un autentico scrigno di bellezza e di soddisfazioni, anche se è senz'altro utile un po' di conoscenza e di prudenza, per evitare di perdersi nel reticolo di splendide stradine sterrate o di incorrere nelle insidie che ogni bosco che si rispetti può senz'altro nascondere ai meno esperti.

Oltre alla natura incontaminata di uno dei più grandi "polmoni d'Europa", a panorami mozzafiato che sia aprono nelle rare radure e alla poesia dei piccoli paesi che ancora sopravvivono sull'altopiano, la foresta di Tarnova offre spunti storici di grande interesse, in particolare per ciò che concerne la guerra di Liberazione dall'occupazione nazi-fascista.

Occorrono pazienza, curiosità, una cartina particolareggiata per individuare i luoghi e un po' di allenamento. Ed è necessaria un po' di intraprendenza e possibilmente di conoscenza della lingua slovena, anche per ascoltare storie e suggerimenti degli abitanti del luogo, soprattutto dei più anziani che volentieri aggiungono ai luoghi la forza dei loro ricordi e del loro "vissuto".

In questo contesto, c'è spazio solo per portare due esempi.


Molti conoscono l'ospedale partigiano di Franja Bidovec, qualche chilometro sopra Cerkno. Non tutti sanno che di strutture del genere, di varie dimensioni, ne esistevano parecchie, ben nascoste tra i picchi e le gole del territorio circostante la valle del fiume Idrijca (Idria). Tra queste è da ricordare l'Ospedale Partigiano "Pavla Jerina Lah", dal nome della dottoressa che ha legato la sua storia a quella di questo sito. Non è rimasto molto di questo dispensario, dove sono stati curati centinaia di partigiani. C'è un originale monumento, con due pietre, una sollevata verso il cielo, l'altra incastonata nel terreno, a ricordare l'eroismo di chi ha trascorso gli anni più infuocati della seconda guerra mondiale, curando le ferite o purtroppo, spesso accompagnando le ultime ore di vita dei colpiti. La storia dell'ospedale "Pavla" è raccontata in un libro di memorie, scritto nel 1994 dalla stessa protagonista di tale grande "avventura".


Molto ben conservato è invece un altro sito, la tipografia partigiana collocata presso un ruscello, in un sito invisibile e da lontano apparentemente inaccessibile, a metà costa tra il corso del fiume Idrijca e il paese di Vojsko. Il racconto del bravo custode è avvincente. Per un anno e mezzo, in questo luogo impervio, ogni giorno - anche in pieno gelido inverno - sono state stampate fino a 5000 copie del giornale Partizanski dnevnik, che dopo il 1945 si trasformerà nel Primorski dnevnik. Gli strumenti per la stampa - non limitata al solo giornale, ma anche a una miriade di altri prodotti - macchine tipografiche di ultima generazione, efficienti ciclostili e quant'altro, sono stati fatti arrivare in modo rocambolesco da Milano e poi allestiti, in mezzo a difficoltà di ogni genere. Tra operatrici e operatori, tecnici e corrieri, un centinaio di persone hanno lavorato in questo luogo, nel nascondimento assoluto, impossibilitati perfino a scaldarsi per evitare che il fumo potesse svelare la presenza della tipografia. Se l'informazione è uno dei mezzi più importanti per trasmettere notizie e per suscitare coesione e collaborazione, in particolare durante una guerra, si può certo dire che l'autentico eroismo di questi operatori della comunicazione è stato uno degli elementi decisivi nell'epopea della lotta per la liberazione dal nazismo e dal fascismo, nel corso della seconda guerra mondiale.


A volte il revisionismo storico e una grande superficialità portano a dimenticare ciò che è accaduto in quegli anni. Una visita ai "luoghi" della reazione contro la violenza, il razzismo e l'oppressione esercitati dai totalitarismi affermatisi in Italia e in Germania, schiarisce la memoria, suscita ammirato stupore e fa pensare con gratitudine a chi ha rischiato e spesso perso la vita per garantire un futuro libero, equo e solidale alle generazioni successive.

 



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