martedì 27 aprile 2021

Un pensiero ad Antonio Gramsci, nell'anniversario della sua morte (27 aprile 1937)

Antonio Gramsci è sepolto nel cimitero acattolico di Roma, quasi all'ombra della Piramide Cestia, insieme a tanti esponenti della cultura europea, inglesi, russi, greci e (non molti) italiani. Ricordo con una punta di commozione il luogo, sia per la straordinaria suggestione che ispira, sia per un motivo più personale. A pochi metri da Gramsci è sepolta la mia bisnonna, Sofia Conti Mazzetti, figlia del pastore protestante Ludovico Conti che alla fine dell'800 fu presidente della Chiesa Libera Cristiana, un movimento protestante di orientamento sociale, poi confluito nel metodismo italiano.

Il ricordo dell'anniversario della morte di Gramsci è pieno di rispetto per un uomo che ha pagato duramente, con la prigionia e la perdita della salute, le sue convinzioni.

"Vivere è partecipare", parteggiare. Gramsci "odia gli indifferenti", con le loro ipocrisie e i loro piagnistei. Certo, lui ha scelto da che parte stare e per tutti coloro che hanno vissuto la seconda guerra mondiale, la Resistenza e la ricostruzione post bellica, è stato un riferimento ideale, un esempio da seguire, a costo di rimetterci la propria vita. Il comunismo, attraversato dal pensiero di Gramsci, è una possibilità, forse ancora da riscoprire e riproporre pienamente. Un ricordo intenso, 84 anni dopo quel 27 aprile 1937.
 

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