La biografia è un genere letterario affascinante, soprattutto se chi ci si cimenta con essa riesce a coniugare la scrupolosità dello storiografo con l'empatia del ricercatore e la passione comunicativa del romanziere.
E' quanto riesce a realizzare Anna Cecchini, scrivendo il libro su Lydia (Lyduska) De Nordis Hornik (1921-2006).
Il racconto della vita affonda le radici nelle generazioni precedenti, permettendoci di conoscere una saga familiare che intreccia le vicende del Veneto e del Goriziano, nel quadro delle complesse relazioni tra Lombardo Veneto, Impero Austro-Ungarico e successivamente Regno d'Italia. L'indagine si svolge all'interno di mondi privilegiati, tra titoli nobiliari, tristi matrimoni combinati, figure eccentriche di avventurosi viaggiatori e tavolate lussuose circondate da personaggi importanti.
I luoghi ordinari diventano spazi nei quali si intrecciano le vicende della storia universale, le ville che di solito risuonano dello scalpitio di cavalli, tintinnio di cristalli e ordini trasmessi alle maestranze, diventano le sedi dove si incontrano i generali e i politici per stabilire i confini degli Stati.
La storia di Lyduska ha due punti focali, la villa di famiglia a Salcano, affacciata sulle sponde dell'Isonzo e la tenuta di Slains in Kenya. Da una parte c'è l'apparente tranquillità di una vita giovanile spensierata mentre le nuvole oscure della dittatura e della guerra si addensano intorno al piccolo paradiso "custodito" dai monti goriziani. Dall'altra c'è il bisogno di avventura, ereditato in particolare da uno zio i cui iperbolici ma realistici racconti di viaggio richiamano le affascinanti invenzioni salgariane. Con esso viene dipinto un quadro originale sulla "Valle della felicità", una specie di strano rifugio africano, nelle colonie dell'Africa Orientale Britannica, per ricchi nobili e borghesi europei, affrancati dalle convenzioni morali e fondamentalmente - si direbbe oggi - sovranisti e abbastanza razzisti.
Le vicende esistenziali si mescolano alle tragedie planetarie e la seconda parte del percorso di Lyduska, sempre in altalena tra la Gorizia del secondo dopoguerra e il Kenya, è certamente molto più difficile e doloroso. La fine degli affetti più cari trasforma il carattere pur senza spegnere un sempre più maturo sorriso, il desiderio di rendersi utile insegna arti e mestieri, cresce l'amore per la natura e una certa sempre più marcata attenzione nei confronti degli altri esseri umani.
In questo modo Anna Cecchini riesce anche a tratteggiare una sintetica storia della Gorizia del XX secolo, là dove - come scrive un anonimo in una delle intestazioni dei capitoli - "gli abitanti di queste terre hanno cambiato più Stati che vestiti". L'obiettivo è realizzato, grazie a una sobria delicatezza che conduce il lettore a constatare senza giudicare, a condividere il dolore di ciascuno pur riconoscendo la distinzione tra la vittime e l'oppressore, in ogni caso a impegnarsi a saperne di più e a celebrare con convinzione la fine di una frontiera che non dovrebbe esistere più.
Con il patrimonio delle parole e dei reperti fotografici, la figura di Lyduska esprime una forza di volontà e una gioia di vivere travolgenti, insieme a un anticonformismo quasi naturale che la rende simpatica perfino dentro le convenienze nobiliari e gli stili di vita del tutto diversi da quelli della stragrande parte dei suoi contemporanei. In effetti di pagina in pagine ci sente sempre più vicini a questa donna, in ogni caso come tutti provata dalle difficoltà e piegata dalla sofferenza.
Uno dei temi conduttori è quello dell'amore, vera forza vitale che trasforma un rampollo della società "bene" del tempo in un essere umano delicato e capace di immergersi nella bellezza della natura e del buon gusto, capace di comprendere e in parte condividere anche le rivendicazioni degli schiavizzati e degli indipendentisti kikuyu. Il "romanzo" di Lyduska termina con l'incidente d'auto che le porta via il marito nei pressi di Latisana e gli ultimi decenni vengono sintetizzati in poche pagine, come se si fossero spenti i riflettori e la scena fosse stata chiusa anzitempo.
Insomma, è un libro avvincente, documentato e appassionato. Un libro da non perdere, per conoscere meglio Lyduska, ma anche per vivere meglio la nuova, attesa stagione del"le" Gorizia, città "unica".
ANNA CECCHINI, Lyduska. La vita tra due mondi della contessa di Salcano, Mgs press 2020
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