Premessa. Non credo che il Natale abbia niente a che fare con le luci, i suoni, i regali, il cenone e via dicendo. Al contrario, penso che per i credenti sia la memoria della nascita di Gesù in una situazione di grande povertà e nella drammaticità delle purtroppo consuete - allora come oggi - stragi di innocenti. Non c'è alcun bisogno né di messe di mezzanotte, né di vin brulé, né di costosi doni portati dai babbi natale vestiti con i colori della coca cola. Per i non credenti ritengo sia il riconoscimento della speranza portata dal Sole che riprende la sua corsa verso la primavera, irradiando con maggior luce e calore la terra, o meglio, il suo emisfero boreale. Tutto ciò per dire che nessuno può "derubare la gente dal Natale" e che un mese di illazioni e controillazioni su come trascorrere le festività è stato solo un'inutile produzione di parole senza senso.
Certo, si comprende bene invece la problematica relativa al lavoro di milioni di persone, indubbiamente penalizzate nelle loro attività nel periodo più favorevole al turismo e alla ristorazione. E' giusto che si pensi alla loro situazione, con adeguati contributi che consentano ai loro esercizi di sopravvivere ai periodi di restrizione.
Detto questo, si può esprimere qualche dubbio senza essere tacciati di negazionismo, di irresponsabilità, di neofascismo, di egoismo, di ottusità mentale? Ovviamente, cercando di esprimere le perplessità, rispondo affermativamente al quesito.
L'Italia è uno dei Paesi nei quali le "serrande chiuse" sono state proposte (o imposte, a seconda dei punti di vista) con la massima severità, sia in inverno/primavera che in autunno. La motivazione è sempre stata quella di "ridurre al massimo i contagi" e di conseguenza, i ricoveri negli ospedali e nelle terapie intensive, la diffusione nelle RSA e nelle case di riposo, il tristissimo dato riguardante la mortalità.
Evidentemente qualcosa è andato storto, forse - ed è qua il principale dubbio - si è pensato, a tutti i livelli, che l'unico antidoto al virus fosse appunto quello di chiudere tutti, più tempo possibile, nelle loro case. Sta di fatto che i grandi sacrifici - soprattutto, ma non solo, quello terribile delle persone anziane costrette alla malattia e spesso alla morte senza aver potuto abbracciare, e spesso addirittura vedere i loro cari - non hanno impedito all'Italia di essere ai vertici planetari per ciò che concerne percentuali di contagi e numero di morti per covid.
Io non so come il Presidente del Consiglio o i Presidenti delle Regioni riescano ancora a mantenere una parvenza di sorriso nella loro comunicazione pubblica. Suppongo che anch'essi, come accade a tutte e tutti i sindaci, in particolare quelli di Comuni titolari di case di riposo, non dormano la notte nella constatazione della falcidia di vite umane che si verifica sotto i nostri occhi.
Ribadendo la necessità di rispettare le regole ma constatando che dall'estate la maggior parte della popolazione - salvo relativamente rare eccezioni naturalmente - ha osservato fedelmente l'obbligo di mantenere la mascherina indossata, il distanziamento e il divieto di assembramento, ci si può chiedere come mai la seconda ondata ci abbia colpito ugualmente così gravemente, soprattutto nei luoghi della maggior fragilità e debolezza?
Non sarà che forse i mille scienziati che pontificano ogni giorno sui media dicendo tutto e il contrario di tutto, come pure i politici gravati da più o meno grandi responsabilità, non sappiano in realtà che pesci pigliare, se non rinchiudendo tutti in casa, punto e basta? Se poi allarghiamo lo sguardo, ci si può chiedere che rapporti esistano tra i Paesi europei se sostanzialmente ciascuno va avanti per conto proprio, con evidenti differenze che non diventano mai patrimonio comune, né a livello scientifico, né di determinazione di norme giuridiche?
Ecco, quello che era da dire è stato detto. Spero soltanto di essermi fatto capire, non si tratta affatto di allentare la tensione, ma di immaginare - a tutti i livelli - che la vittoria sul virus non si possa realizzare soltanto votandosi ai santi Lockdown e Vaccino.
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