giovedì 30 gennaio 2025

Caso Almasri, preoccupante, molto preoccupante

Segni di torture sulla rotta balcanica
La vicenda Almasri ha risvolti etici e politici importanti.

Dal punto di vista politico, è abbastanza facile pensare che il rimpatrio con tutti gli onori del libico non sia il frutto di distrazione, ma la prova dei contatti sempre più stretti tra il governo italiano e l'attuale dirigenza libica. Insomma, è un bel favore a chi impedisce le partenze verso il Mediterraneo e l'Italia, costringendo a condizioni disumane coloro che vorrebbero partire. Il carnet dei crimini di cui è accusato Almasri fa venire la pelle d'oca: assassinii, stupri e violenze su minori, umiliazioni d'ogni sorta, torture. E le scoperte della Corte dell'Aia sono corroborate da migliaia di testimonianze di coloro che sono malcapitati sotto le sue sgrinfie.

C'è anche un aspetto etico, anche questo veramente preoccupante, derivato dall'informativa di Piantedosi e dai piagnistei della Meloni. Secondo loro, la magistratura avrebbe liberato l'accusato e il Governo, ritenendolo un individuo pericoloso, lo ha immediatamente rimpatriato in Libia con procedura d'urgenza. Cioè, un personaggio ritenuto colpevole di terribili misfatti, purché non mini la sicurezza degli italiani, può andare a compiere le sue "imprese" dove meglio gli aggrada.

Non so se sia stata del tutto compresa la portata delle spudorate ammissioni del ministro degli interni e della capa del Governo. I diritti umani, la dichiarazione universale, la costituzione italiana, la solidarietà, la cooperazione internazionale... tutto ciò viene dopo "la sicurezza degli italiani". Dicono che bisogna "difendere i confini", impedendo a ogni costo l'arrivo di migliaia di poveri che desiderano soltanto vivere, che bisogna perseguire in tutti i modi gli scafisti e nello stesso tempo si permette il ritorno in patria da eroe di un autentico macellaio. Si presidiano i confini sospendendo il trattato di Schengen per mettere in carcere i presunti terroristi (almeno, questa è la scusa ufficiale) e quando viene beccato uno dei più pericolosi torturatori malviventi, viene immediatamente lasciato libero, in ossequio agli squallidi interessi e alla propaganda dello Stato. In nome della "sicurezza nazionale", si sta smarrendo non soltanto la fiducia nella collaborazione tra popoli e nazioni, ma anche il senso stesso della parola "umanità". 

Giorgia, la madre, la cristiana... E chi se ne frega se centinaia di esseri umani saranno uccisi, umiliati e vilipesi dalla violenza di Almasri? E chi se ne frega se Ben Salman è a capo di un regime assolutista e teocratico, presunto mandante di assassinii di livello internazionale? E chi se ne frega della vicenda di Giulio Regeni e dei torturati in Egitto? L'importante è che la Libia blocchi in qualsiasi modo i profughi, che con l'Arabia Saudita si possano fare più affari possibili e che Al Sisi compri le navi militari, che favorisca il made in Italy. Viva la ragione di Stato, addio fraternità e sororità universali!

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