In occasione del giovedì santo, ecco una curiosità. Valentin Stanič, una delle figure più interessanti della storia dell'Arcidiocesi di Gorizia, oltre al Grossglockner (II salita assoluta, il giorno dopo i primi salitori), al Watzman (I assoluta) e naturalmente al Triglav (determinazione definitiva dell'altezza), ha "scalato" anche il campanile di Aquileia.
Non è stata una "prima", ma la sua firma è la prima di una lunga serie. Grazie all'intelligente scoperta del professor Alessandro Saša Quinzi, nella cella campanaria della maestosa torre è possibile leggere chiaramente su un mattone la scritta V. STANIC, con la data presumibile del 1810.
Stanič è nato a Bodrež, frazione di Kanal ob Soči, nel 1774. Ha compiuto studi approfonditi in varie città europee e ha svolto il suo incarico pastorale nel territorio Goriziano. E' ricordato per aver contribuito al disegno del ponte di Kanal, distrutto durante la prima guerra mondiale, per essere stato ottimo scrittore e poeta, per aver messo in piedi una delle prime case editrici della città di Gorizia, per aver fondato una delle più importanti associazioni ambientaliste e di protezione degli animali in Europa, per la carriera alpinistica di alto livello con la conquista di cime per quella volta ritenute ai limiti delle capacità umane. A Gorizia il sacerdote sloveno è ricordato soprattutto per aver fondato e costruito con le proprie mani la sede della scuola per i sordi, durata quasi centocinquanta anni e finalizzata a "dare la parola" a chi non era in grado di comunicare con gli altri. E' morto a Gorizia il 29 aprile 1847 e a lui è tuttora dedicato il più importante premio alpinistico della Baviera.
Insomma, don Valentin Stanič è un stato un personaggio indimenticabile e meriterebbe, in città, ben di più che la menzione sul piccolo parcheggio sottostante la sinagoga, accanto alle strutture scolastiche da lui stesso volute. La sua firma sul campanile di Aquileia è un chiaro segno del suo passaggio, della sua predilezione per la città punto di riferimento per l'intero Centro Europa e della passione per le altezze e per le bellezza dell'arte e dei paesaggi.
...ma si è lasciato, anche lui, sedurre dalla asinità delle scritte sui muri. Ci cascò perfino il Carducci!
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