martedì 8 agosto 2023

Slovenija, the day after

 

Ecco uno dei tanti meravigliosi paesaggi della Slovenia, la confluenza tra la Sava Dolinka e la Sava Bohinjka, nella regione della Gorenjska.

E poi accade l'imprevedibile.

Una giornata di pioggia torrenziale sull'intero arco delle montagne slovene e i fiumi si sono riempiti di acqua e hanno travolto tutto ciò che stava nella parte inferiore delle valli. Ci sono state alcune vittime, per fortuna e per la velocità dei soccorsi poche, interi paesi sono stati sommersi e rimasti per lungo tempo isolati, le strade di collegamento sono state invase da innumerevoli frane, sono crollati antichi ponti e pittoresche passerelle di legno. E' stato un disastro epocale, come mai accaduto a memoria d'uomo, sembra che una mano pesante abbia voluto accanirsi sulla bella Repubblica, colpendo praticamente quasi ovunque, nella parte centrale e settentrionale.

Di giorno in giorno si rendono più chiari i contorni dell'alluvione. I fiumi rientrati nel loro corso hanno lasciato ovunque montagne di fango, i tronchi degli alberi si sono accatastati intorno a qualsiasi ostacolo naturale o artificiale, le cantine e i primi piani delle case sembrano irrimediabilmente perduti. "Sembrano" - è il caso di dire così, perché ancora una volta il popolo sloveno si sta dimostrando straordinario. In piena alluvione i "gasilci" - quelli che erano stati decisivi nello spegnimento degli incendi del Carso lo scorso anno - si sono prodigati per ridurre al massimo possibile i disagi. Non appena diminuita la pioggia la gente si è messa immediatamente al lavoro, aiutata dagli interventi dell'amministrazione centrale e delle locali strutture di protezione civile. Ovunque si vedono persone al lavoro, prima per aiutare a salvarsi i tanti che erano rimasti intrappolati nelle case, invitati a stendere lenzuola bianche sui tetti per invocare soccorso, poi per liberare gli scantinati e le case dalle suppellettili rovinate dalle acque e per raccogliere da ogni dove aiuti per sopperire alla mancanza di acqua, di cibo e di generi di prima necessità. I più forti si mettono a disposizione dei più deboli, in una gara di solidarietà che stupisce e suscita ammirazione.

E' strano che se ne parli poco in Italia e in particolare a Gorizia, che si prepara a condividere l'onore di essere capitale europea della Cultura con Nova Gorica e con la Slovenia intera. L'esempio che si sta ricevendo è importante. In una singolare sintonia, tutti si rimboccano le maniche, lasciando ad altri tempi eventuali polemiche ed espressione di perplessità. E' il momento dell'emergenza e tutti - dal capo del governo a ogni singolo cittadino dello Stato - si prodigano in tutti i modi per salvare il salvabile e per porre le basi di una complessa e difficile ricostruzione. In realtà ci sarà tantissimo da fare, ponti da riedificare, case da restaurare, boschi da ripiantumare. Ci vorrà tempo per riportare i paesaggi naturali della Slovenia a quella bellezza che rallegra il cuore degli abitanti e che attrare visitatori da tutta Europa. Ma l'impegno di tutti renderà possibile il miracolo. Le ferite si rimargineranno, la vita tornerà a scorrere normalmente, le strade saranno sistemate, il controllo sull'ambiente sarà incrementato e i versanti dei monti saranno di nuovo in sicurezza. 

Per chi lo desidera, a Nova Gorica si raccolgono alimenti, acqua e vestiti, presso il centro umanitario KID, Gradnikove brigade 9, dalle 9 alle 17, tel. +386 31 817 785.  

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