venerdì 18 agosto 2023

Le notti goriziane dei profughi sulla rotta balcanica

Mentre Gorizia si risveglia dal torpore provocato da una giornata calda e umida, qualche decina di persone si appresta ad affrontare la notte all'aperto. Nello spazio verde tra la Casa Rossa e la via Giustiniani è stata allestita una rudimentale tendina e i richiedenti asilo si ingegniano nel cercare il modo di dormire sulla nuda terra e di ripararsi da qualche improvviso acquazzone.

Chi va a fare benzina non li può non vedere, ogni sera. Affollano il terrazzino davanti agli uffici di polizia, presentano la loro domanda e poi si accampano. Molti portano i segni della fatica affrontata sulla rotta balcanica, tutti sorridono e rispondono ai saluti imbarazzati e un po' impotenti dei passanti.

Sono passati tanti anni dagli arrivi e dai soggiorni in galleria Bombi. Eppure è come se la cosiddetta emergenza non sia mai finita. Possibile che negli ultimi dieci anni non sia stata varata una legge decente sull'accoglienza e sui temi importanti dell'immigrazione? Possibile che il dibattito politico nazionale e locale sia ancora impantanato tra il buonismo della sedicente sinistra (che paga ora l'inerzia e l'inattività degli ultimi anni dei "suoi" governi) e il cattivismo di una destra che si rivela clamorosamente incapace di gestire la situazione? Possibile che l'assistenza a chi arriva sia gestita quasi esclusivamente da un lodevole volontariato allo stremo, per di più ridicolizzato da chi dovrebbe provvedere in ragione del ruolo amministrativo rivestito? Possibile che nell'ultimo decennio Gorizia non si sia dotata di un minimo di strutture di prima accoglienza per togliere queste persone dalla strada e offrire loro un po' di conforto e di assistenza?

È evidente come le priorità siano ben altre e come si ritenga che la mancanza di clamore mediatico significhi l'inesistenza del problema, o meglio, la trasparenza di esseri umani che transitano per la città senza far rumore. Se ne accorgono solo i pochi che si prendono cura di loro e quelli che guardano con preoccupazione ai sacchi di rifiuti abbandonati sui prati.

Sì, è possibile che non si sia fatto nulla. Ed è per questo che ogni minuscolo aumento dei flussi migratori riesce ancora a cogliere di sorpresa le istituzioni, alla ricerca di raffazzonate risposte all'ennesima, reiterata emergenza.

1 commento:

  1. Secondo lei, Curia e Caritas fanno tutto quello che potrebbero fare? Non sono anche loro troppo prudenti e timorosi? L' Acivescovo ha spazi e mezzi necessari
    Detto senza polemica.

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