martedì 18 maggio 2021

Una pedalata sul Panovec...


Sorgenti del Koren, concerto di rane giganti


Volete farvi un giretto in bici, partendo da Gorizia e Nova Gorica e assaporando le sensazioni del mondo alpino? Basta molto poco, sì e no un quarto d'ora e siete nel bosco del Panovec. Oltre a essere il toponimo più antico del territorio, di poco precedente il famoso diploma di Ottone III del 1001, è un luogo dove, in ambiente incontaminato e raggiungibile soltanto a piedi o in bicicletta (proprio così, sembra incredibile!), si possono trovare sorgenti, alberi monumentali, sentieri e stradine pianeggianti o ripidissime, le rane più grandi della Mitteleuropa, memoria significative della prima e della seconda guerra mondiale e, naturalmente, tanti altri ciclisti e pedoni appassionati al racconto, all'incontro, all'esperienza. 

Alle sorgenti della Vrtojbica

Ci si arriva facilmente, il consiglio per i ciclisti più esigenti è trovarsi al valico del Rafut, "sputar qualche balino" per arrivare fino alla sommità della strada tra Rožna Dolina e Nova Gorica, deviare inevitabilmente sulla bella ciclabile per Kostanjevica (l'antica Castagnavizza, non Castagnevizza!!!) e poi scendere a perdifiato, imboccando il sentiero che costeggia il fiume Koren (l'italiano Corno, quello che era un bel fiume e ora forse può vantarsi di essere il corso d'acqua più maltrattato del Pianeta, "tombato" sotto o tra il cemento per buona parte del suo corso!). 

Da una parte della boscosa collina ci sono le sorgenti del Koren, un incredibile lago dove non è possibile sentire altro che il concerto delle gigantesche e un tantino inquietanti rane. I ruderi solenni richiamano l'esistenza di un poligono di tiro, attivo già ai tempi asburgici e punto finale della via del Poligono che si dipana quasi dal centro della vecchia Gorizia. Il luogo è sacro, richiama anche la vita di tanti partigiani, qui soffocata dal piombo fascista e nazista.



Salita tra i boschi del Panovec
Una bella salita sterrata, nel fresco di boschi centenari, porta fino a un passo, dal quale si discende dall'altra parte dello spartiacque. Il sudore viene ripagato dagli scorci del fiume, questa volta la Vrtojbica. Se il Koren raggiunge dopo pochi chilometri l'Isonzo, attraversando al nova e la stara Gorica, questo ruscello avrà vita più lunga. Dopo aver lambito il più che suggestivo ( ma attualmente assai maltrattato!!!) cimitero ebraico di Rožna dolina, lambisce la bella ciclabile di confine, passa dietro all'ospedale di Šempeter, raggiunge Vrtojba dalla quale riceve il nome, per gettarsi infine nella Vipava il Vipacco), nella  zona di Bilje.

Anche qui le sorgenti si caratterizzano per l'acqua limpida, per romantici luoghi di sosta raggiungibili con bei ponticelli di legno e naturalmente con le immancabili stele ricordo si persone o avvenimenti qui accaduti per portare alle nostre, successive, generazioni, un futuro di pace e di libertà.

Camminatori e ciclisti, se ancora non conoscete il Panovec, andateci, andateci, andateci!

Questo post è dedicato al tanto compianto studioso Otello Silvestri, già direttore della Biblioteca Statale Isontina, che oso definire "amico", autore del "Tiglio e la Rosa", uno stupendo e dimenticato romanzo d'amore, scritto nella seconda metà degli anni '90 del XX secolo, la cui vicenda si svolge soprattutto tra le fronde degli alberi del bosco del Panovec.   

Chiare, fresche, dolci acque (della Vrtojbica)


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