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Sorgenti del Koren, concerto di rane giganti |
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Alle sorgenti della Vrtojbica |
Ci si arriva facilmente, il consiglio per i ciclisti più esigenti è trovarsi al valico del Rafut, "sputar qualche balino" per arrivare fino alla sommità della strada tra Rožna Dolina e Nova Gorica, deviare inevitabilmente sulla bella ciclabile per Kostanjevica (l'antica Castagnavizza, non Castagnevizza!!!) e poi scendere a perdifiato, imboccando il sentiero che costeggia il fiume Koren (l'italiano Corno, quello che era un bel fiume e ora forse può vantarsi di essere il corso d'acqua più maltrattato del Pianeta, "tombato" sotto o tra il cemento per buona parte del suo corso!).
Da una parte della boscosa collina ci sono le sorgenti del Koren, un incredibile lago dove non è possibile sentire altro che il concerto delle gigantesche e un tantino inquietanti rane. I ruderi solenni richiamano l'esistenza di un poligono di tiro, attivo già ai tempi asburgici e punto finale della via del Poligono che si dipana quasi dal centro della vecchia Gorizia. Il luogo è sacro, richiama anche la vita di tanti partigiani, qui soffocata dal piombo fascista e nazista.
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Salita tra i boschi del Panovec |
Anche qui le sorgenti si caratterizzano per l'acqua limpida, per romantici luoghi di sosta raggiungibili con bei ponticelli di legno e naturalmente con le immancabili stele ricordo si persone o avvenimenti qui accaduti per portare alle nostre, successive, generazioni, un futuro di pace e di libertà.
Camminatori e ciclisti, se ancora non conoscete il Panovec, andateci, andateci, andateci!
Questo post è dedicato al tanto compianto studioso Otello Silvestri, già direttore della Biblioteca Statale Isontina, che oso definire "amico", autore del "Tiglio e la Rosa", uno stupendo e dimenticato romanzo d'amore, scritto nella seconda metà degli anni '90 del XX secolo, la cui vicenda si svolge soprattutto tra le fronde degli alberi del bosco del Panovec.
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Chiare, fresche, dolci acque (della Vrtojbica) |
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