Ponte ciclabile sull'Isonzo/Soča |
Prima di tutto consente una maggior conoscenza del primo cittadino, uomo di scienza e di cultura, impegnato nella ricerca e nella consulenza sui diversi sistemi scolastici, nei Paesi europei ed extraeuropei, in particolare nel Medio Oriente.
La maggior parte del testo è dedicata ovviamente alle prospettive del territorio goriziano, con uno sguardo speciale rivolto al prestigioso traguardo della Capitale europea della Cultura 2025. Il giovane amministratore ha le idee particolarmente chiare, la sua visione del futuro tocca i principali aspetti della vita del territorio, dalla storia all'economia, dall'urbanistica all'innovazione tecnologica, dalle relazioni transconfinarie al futuro dell'Europa.
In questo contesto Miklavič parla della nuova stagione di buone e amichevoli relazioni tra Nova Gorica e la vecchia Gorizia italiana, in modo particolare testimoniando la moltiplicazione di contatti alla base, anche durante la forzata chiusura dei confini a causa della pandemia, quando le ricostruite reti non hanno impedito, anzi addirittura incrementato i contatti da una parte e dall'altra della barriera.
Si è parlato anche della positiva relazione tra i due sindaci, tra i quali la scelta è stata quella di cercare di approfondire ciò che unisce piuttosto che i motivi di divisione. Senza negare le divergenza di interpretazione sugli avvenimenti storici del Novecento, si può cercare di guardare avanti, dilazionando i tempi per affrontare con maggior serenità problemi che in passato avrebbero impedito perfino l'inizio di un minimo dialogo e che oggi non ostacolano invece nemmeno un'impresa comune grande come la felice realizzazione del progetto della Capitale della Cultura.
Cosa raccogliere dall'intervista, i cui contenuti possono essere un ottimo strumento perché ogni abitante del territorio - individualmente o in gruppo organizzato - possa avviare una costruttiva riflessione rispetto al proprio compito e alla propria visione del mondo?
Non si può immaginare più questa zona "di confine", se non insieme, con uno sguardo simpatetico e creativo. Da questo punto di vista è indispensabile che alla proposta "dall'alto", aiutata dal percorso verso Europa 2025 e dal GECT/EZTS, corrisponda una moltiplicazione delle relazioni umane che consenta di sentire l'unione una "normalità" e non un mero obiettivo strategico.
Non è possibile cancellare le sofferenze del passato, non è da ricercare una riconciliazione che rischi di porre sullo stesso piano vittime e oppressori. Si può certamente guardare avanti, accettando con lealtà i giudizi storici degli studiosi competenti e non lasciando più che le differenti ermeneutiche rallentino i processi di collaborazione e solidarietà.
Occorre un forte confronto e dialogo sulle alte visioni del prossimo futuro, per non ridurre l'occasione del 2025 a qualche rattoppo stradale, evento strapaesano o sagra comunitaria. Da questo punto di vista è indispensabile la creazione di tavoli di lavoro sinergici che sappiano individuare la specificità di un territorio unito nelle sue diversità, da Bovec ad Aquileia, da Vipava a Grado, con al centro il nucleo abitativo delle Nova Gorica/Gorizia. E' evidente che tale lavoro comune presuppone, almeno in parte, lo studio delle reciproche lingue, perché è difficile immaginare una Capitale europea della Cultura nella quale gli abitanti non riescano a comprendersi l'un l'altro, neppure a livello elementare.
Perché tutto questo sia possibile, è necessario che sia riconosciuto come la cultura debba essere l'autentico fondamento su cui edificare qualsiasi prospettiva e azione politica ed economica. Si sarà all'altezza di questo enorme compito? Senz'altro sì, se si accetta la sfida di un atteggiamento del tutto nuovo di ascolto, comprensione, sincerità, perché no? anche amicizia tra gli attori, ovvero tra tutti gli abitanti, nessuno escluso, di questo territorio.
Un simbolo di tutto ciò? Il ponte ciclabile, citato anche dal sindaco di Nova Gorica, sull'Isonzo/Soča. sarà davvero il punto di riferimento per un rilancio non solo del turismo, ma dell'intera vitalità di una zona che non dovrebbe più avere barriere, ma potrebbe offrire un esempio nel cuore dell'Europa, di un modo di essere innovativo, ambientalista, pacifista, sanamente produttivo e culturalmente avvincente.
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