Davvero non esistono più la destra e la sinistra? No, è un inganno ordito dalla destra, nel quale non si deve cadere!
La destra esiste,
eccome! Esiste nella visione populista e iperliberista, nel sostegno ai padroni
(chiamiamoli di nuovo così) e non ai più deboli, nelle tendenze culturalmente
sovraniste ed economicamente globalizzate. Esiste anche nelle sue derive
estreme, sempre meno marginalizzate, nelle tensioni razziste e violente, anche
nelle venefiche forme neonaziste e neofasciste.
La sinistra invece fa
fatica a riproporre la propria storica identità e forse per questo tende verso
le scelte “civiche”, a-partitiche se non addirittura anti-partitiche,
strizzando l’occhio a movimenti di protesta venati di fermenti qualunquisti.
Pur nella comprensione della proposta strategica, sono la tentazione e il
rischio presenti anche nel timore di presentare alle elezioni simboli che in
qualche modo possano riportare a visioni ideologiche precise e caratterizzate.
In questo modo
effettivamente le differenze risultano essere superficiali, a livello di
sottolineature riformiste, di richiami vagamente umanitari, di allineamento su
posizioni neoliberiste moderate, di adeguamento ad autorità non immediatamente
politiche, , come accade per esempio in questo periodo con l’esaltazione
dell’”icona” di papa Francesco.
Quali dovrebbero essere
allora i principi di fondo di una politica “di sinistra”?
Ha ancora un senso la
famosa frase di Carlo Marx: “Ognuno secondo le sue capacità, a ognuno secondo i
suoi bisogni”? Ha ancora una sua autentica centralità il diritto a un lavoro
sicuro, a un giusto salario, a una vita dignitosa, libera da ogni schiavitù? Ha
un suo posto politico la richiesta del livellamento degli stipendi e dell’accesso
generalizzato ai beni comuni? E’ ancora prioritaria la via “sociale” alla convivenza
tra le persone e i popoli? C’è ancora un sano internazionalismo, declinato oggi
anche come libera circolazione delle persone e non soltanto delle merci? L’ambiente
naturale è considerato la casa di tutti, senza alcun privilegio o corsia preferenziale
per chi sacrifica il bene comune sull’altare del dio denaro?
Si potrebbe continuare a
lungo, con queste domande. Resta la sensazione che soltanto traducendo in
scelte concrete questi fondamentali principi, dal livello internazionale a
quello più strettamente locale, ci potrà essere ancora una Sinistra, non
timorosa di pronunciare l’aggettivo “comunista”, inteso sia letteralmente come “condivisione”
che concretamente come sistema alternativo a quello “capitalista”. Occorre
scegliere tra salvaguardia del bene “comune” e garanzia del “capitale”. Ecco la
grande, insopprimibile differenza tra destra e sinistra. Negarla e non volerla
vedere, al di là di tutti i possibili e comprensibili percorsi strategici, vuol
dire favorire le destra e rinunciare a essere sinistra.
Non vedo, attualmente e purtroppo da tempo, figure schierate a sinistra a cui dare fiducia. Vedo, piuttosto, personaggi attaccati alle poltrone del potere, lontani anni luce dalla realtà e dalle persone, vedo mestieranti che, dietro il paravento di un simbolo, hanno fatto della politica un mezzo per arricchirsi.
RispondiEliminaVengo dalla Toscana, roccaforte della sinistra. Ebbene la politica ha ridotto la Toscana ad una pattumiera. Poco tempo fa è scoppiato lo scandalo dei rifiuti tossici. Tutta la politica è coinvolta, insieme alla 'Ndrangheta, e spero venga fatta luce.
Sono venuti a galla vari scandali legati alla gestione dell'immigrazione da parte di certe cooperative rosse. Personaggi come Stefano Mugnaini sono all'ordine del giorno a gestire il businness degli esseri umani disperati ai fini di lucro. Mugnaini è stato condannato e spero paghi davvero.
La sinistra italiana ha tante colpe, ha perso faccia e credibilità. Ogni tanto appaiono movimenti come le Sardine o girotondi vari, tutte cose che lasciano il tempo che trovano. Non è questo di cui ha bisogno la sinistra, ammesso che esista sempre. Penso davvero che sia morta e sepolta.