Gli Atti degli Apostoli raccontano l'evento della prima discesa dello Spirito Santo, con accenti interessanti che saranno ripresi e riproposti in numerosi episodi successivi. Per esempio, si parla "come di lingue di fuoco" che si posavano su ciascuno dei presenti, il miracolo dell'unità nella diversità. Si dice che tutti coloro che li avrebbero successivamente ascoltati, pur provenendo da diverse parti, avrebbero capito il loro linguaggio, anticipando il concetto moderno di plurilinguismo recettivo (o passivo, che dir si voglia). Si racconta di una forza potentissima che impregna coloro che partecipano a tale esperienza, rendendoli coraggiosi, illuminati, appassionati nel raccontare la vicenda della morte e della risurrezione di Gesù.
Il tema della giornata è lo Spirito Santo, il grande dimenticato del mistero centrale della fede cristiana, l'essenza unitaria e trinitaria di Dio. Chiedete a qualsiasi neo-cresimato delle nostre parti che cosa significhi ricevere tale sacramento e che cosa significhi "il dono dello Spirito". Il 99% delle risposte giungerà al massimo alla "confermazione" del battesimo ricevuto da bambini. Purtroppo, con la connivenza delle stessa Chiesa, la cresima - ancor più la prima comunione - sono state ridotte a feste drammaticamente commerciali, riti di iniziazione che in epoca di secolarizzazione avrebbero dovuto essere sostituiti da celebrazioni civili del passaggio dall'infanzia all'adolescenza, dall'adolescenza all'età adulta. Ma tanto è, l'Italia appare incredibilmente ancora come un Paese ufficialmente cattolico, almeno per ciò che concerne le celebrazioni connesse alla nascita, all'infanzia e alla morte..
E' un peccato che sia così, perché in realtà la riflessione sullo Spirito potrebbe essere quella più vicina alla sensibilità dell'intera umanità, indipendentemente dalla religione che ciascuno professa. Ciò è vero dal punto di vista antropologico e cosmologico, dove lo Spirito è ciò che trascende il soggetto e lo congiunge inscindibilmente con tutto ciò che è "altro". Chi ha tale consapevolezza, si sente nel contempo parte e totalità dell'universo, essere sé stesso e nello stesso tempo un'altra persona, un animale, una pianta o anche un satellite di un Pianeta ancora sconosciuto. E' la totalità che si esprime nel frammento e il frammento che manifesta la totalità. Da ciò dovrebbe derivare un sentimento infinitamente potente di fraternità e sororità con tutto ciò che esiste, al di là di ogni limite dello spazio e del tempo. dal punto di vista religioso - intendendo con il termine "religione" le sue possibili etimologie, ciò che lega insieme, ciò che si rilegge o ciò che si sceglie - l'azione dello Spirito rivela essenzialmente che "io sono Dio e Dio sono io", dove tuttavia l'"io" sta per un "noi" che non annulla l'io ma lo riempie di significato, anzi che lo trascende in un'unione ipostatica che congiunge senza confondere l'infinito e l'eterno con il limitato e il contingente.
Lo Spirito soffia dove vuole, non ha un luogo o un momento in cui incontrarlo, perché è ovunque e si può partecipare di esso non nel tempio o nel tempo, ma soltanto "nella Verità", quella che sfugge alla banalità del quotidiano o alla pretesa di possederla da parte di qualche individuo, chiesa o partito. La Verità che tutti ci accomuna è l'immensa dignità di ogni essere vivente, la consapevolezza di ciò è il fondamento di politica realmente "spirituale" e di una pace radicata nella fraternità, nell'uguaglianza e nella libertà. La dimenticanza di ciò è la base dell'antipolitica, del razzismo, del nazionalismo, dell'egoismo, della devastazione della natura, della guerra.
Buona Pentecoste allora, nello spirito e nella verità, a chi crede sinceramente in Dio e a chi non ci crede, che poi in fondo in fondo, ma proprio nel fondo dell'anima, come avrebbe detto Meister Echkart, pur non essendolo, è la stessa cosa!
Buona Pentecoste allora, anche da questo blog che porta nel suo titolo lo Spirito dei piedi...
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