giovedì 9 aprile 2020

Se l'Essere fosse un Sogno...

Nel momento in cui l'Imperatore aveva alzato la mano, il silenzio era calato sull'immenso anfiteatro. La lotta nella sabbia insanguinata era appena terminata e il Vincitore, tenendo il piede sullo stomaco dello sconfitto, attendeva il segnale per il colpo di grazia. Con esasperante lentezza il pollice indicò la terra e lo Sconfitto fece in tempo soltanto a fissare gli occhi, umidi di disprezzo e di terrore, in quelli grassocci e soddisfatti del Sovrano. Mentre la sua testa rotolava mestamente nell'arena, la folla scatenata sentì chiaramente un misterioso tintinnio e tutti trasalirono...
Nel cuore dell'Inquisitore si scontravano due sentimenti divergenti. Sapeva di essere nel giusto e di difendere l'Istituzione alla quale aveva regalato la sua intera esistenza. Ma il suo cuore aveva ancora qualche battito umano e lo sguardo di quella donna terrorizzata suscitava nel suo intimo emozioni da sempre soffocate. Prevalse il ruolo e quando gli fu offerta la torcia non esitò. La fiamma si alzò e le vesti della povera Indovina divennero fiamme crepitanti, in grado di soffocare l'ultimo grido, pieno di stupore e di dolore. Ma i presenti sentirono bene, forte e chiaro, un misterioso tintinnio e trasalirono...
Lei si chiamava Giulietta e lui Romeo. Ma potevano benissimo essere Piramo e Tisbe, Francesco e Giovanni, Anna e Laura. Condividevano un Amore che coinvolgeva tutto il loro essere e il loro Desiderio era più forte della paura della morte. Venne il Genitore, garante del Tempo e della Tradizione. Vide che avrebbero potuto congiungersi in un immenso Piacere, i Montecchi e i Capuleti, i figli e le figlie degli eterni nemici, i maschi con i maschi, le femmine con le femmine. Dovevano essere puniti, davanti a un'immensa platea. Li condusse sul monte del Golgothà e i suoi soldati crocifissero insieme amanti e amati, arsi dal caldo Sole della primavera incipiente. C'era anche un Profeta che stava proferendo le sue ultime parole. E con esse si sentì distintamente un misterioso tintinnio e tutti trasalirono...
Rideva l'Aviatore con i suoi colleghi, mentre sorvolava il Territorio avverso. Aspettavano di giungere sopra l'obiettivo per adempiere l'Ordine. Iniziò il conto alla rovescia, meno tre, meno due, meno uno. Johnny premette il bottone e la bomba discese pian piano, verso il fiume, verso i palazzi, verso i parchi della città. E fu mattina e fu sera. E fu notte. Ma in ogni parte del mondo tutti, improvvisamente, sentirono un forte, misterioso tintinnio e trasalirono...
...il tintinnio della sveglia riuscì finalmente ad avere la meglio e Dio si risvegliò, ricordandosi che in quel primo giorno avrebbe dovuto iniziare a creare l'Universo. Tornarono per un momento le immagini che avevano turbato il suo sonno - l'Imperatore, l'Inquisitore, il Genitore, l'Aviatore... - e stiracchiandosi pensò: "Meno male, era soltanto un sogno". E disse: "Sia la luce!". E la luce fu.
   

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