Sant'Ignazio, come Leone Magno davanti ad Attila sul Mincio, sembra brandire il monogramma di Cristo per fermare l'emblema del liberismo postmoderno.
Ma a differenza di quanto accaduto nel V secolo, questa volta la battaglia sembra non avere storia. La statuta della Libertà, avvilita da una ben umile collocazione sulla punta di una giostra da sagra, sovrasta il povero fondatore dei gesuiti.
E' un vero peccato. In fondo, la chiave di risoluzione sarebbe stata abbastanza semplice. Il medioevo avrebbe dovuto farsi da parte, rinunciando a un oggettivismo senza deroghe e a un indisponente assolutismo politico. In uno straordinario incontro tra culture, religioni e filosofie, sarebbe bastato che la modernità, nelle sue versioni post e ultra, avesse accettato di temperare l'ipervalutazione del soggetto.
Non è andata così, vecchio Ignazio, scendi pure del piedistallo. ma non finirà bene se si continua così, cara statua della Libertà. C'è il rischio che qualcuno, prima o poi, tolga la luce alla giostra e che nessuno ti illumini mai più.
Umanità, incontriamoci sul ponte di Solkan e costruiamo una nuova sintesi, prima che finiscano sia l'Oriente che l'Occidente, come pure il Nord e il Sud...

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