In giro per il Friuli-Venezia Giulia, ho visto ovunque questo manifesto e mi sono chiesto "perché? quali tradizioni dobbiamo difendere? e da chi?" Poi ho letto l'augurio sottostante e davvero, non ho capito che nesso ci sia tra la "difesa delle tradizioni" e il "Santo Natale"...
Io conosco il Natale da quello che c'è scritto nei Vangeli di Matteo e di Luca. E credo che il Vangelo sia e debba essere il fondamento della Tradizione di chi si professa cristiano.Il "Santo" Natale è quello di una madre e di un padre respinti, costretti a un parto nel gelo di un caravanserraglio perché "non c'era posto per loro negli alberghi". E' quello riconosciuto dai poveri del tempo, i pastori che offrono il poco che hanno e i saggi magi che portano doni d'Oriente. Ed è quello che ha indirettamente provocato la strage degli innocenti, uccisi da un Potere civile, militare e religioso, intento solo a salvaguardare i propri squallidi interessi.
Il messaggio evangelico è tutto meno che "patriottico", ha un seme internazionalista e universale, fondato sull'amore, sulla nonviolenza, sul superamento proprio della Tradizione in nome di una nuova dimensione, radicata nel riconoscimento della condivisione globale, senza alcun confine. E' l'annuncio di una comunità di amici, capaci perfino di superare e trasformare il terrore della morte, in una capacità di stare insieme dove, come scrivono gli Atti degli Apostoli, non ci sono poveri perché ciascuno condivide ciò che ha con chi nulla possiede.
Per questo l'attualizzazione e la "difesa" della Tradizione del Natale, l'autentico presepio del 2025 è nella casa dei Cappuccini a Gorizia o nella Piazza dei Popoli davanti alla stazuione ferroviaria di Trieste o nel Centro Balducci di Zugliano, dove vengono accolti i migranti della rotta balcanica, che non trovano posto in alcuna struttura pubblica, perché il Potere non solo non si adopera per alleggerire il loro dolore, ma addirittura ridicolizza i volontari che sopperiscono all'incredibile mancanza di un'assistenza pubblica. E' in chi costruisce dialogo fra le visioni religiose e filosofiche del mondo, cercando soluzioni ai problemi e non un'ulteriore penalizzazione di chi incontra già tante difficoltà. E' di chi, ascoltanto o meno l'annuncio di "pace in terra agli uomini che Dio ama", si indigna per il genocidio dei bambini innocenti che continua a Gaza nel silenzio dei media, nel Sudan e in tante altre parti del mondo, e cerca di portare un contributo concreto alla cessazione di queste orribili tragedie. E' di chi si fa costruttore autentico di pace, ribellandosi all'idea che l'aumento delle armi possa portare giustizia e risolvere i problemi e le controversie, impegnandosi a promuovere il dialogo, la trattativa e il negoziato come unici strumenti degni dell'umana intelligenza per affrontare tutte le questioni, personali, comunitraie e universali.
Mentre le luci nelle città dell'opulento Nord del Mondo sfavillano, mentre le gallerie goriziane si riempiono di suggestioni artistiche, i più poveri sono costretti a pagare i protagonismi dei loro governanti. I viaggiatori alla ricerca di pane e di pace muoiono di freddo nelle piazze dei capoluoghi regionali, gli anziani devono aspettare due anni per trovare un posto accogliente dove trascorrere gli ultimi anni della vita, i malati devono attendere mesi per poter essere visitati. E le energie profuse nella civiltà del "panem et circenses" prosciugano le risorse della terra e sotto gli occhi di tutti gli inverni si trasformano minacciosamente in primavere e le primavere in torride estati.
Insomma, altro che tradizioni melense, espressioni della civitas del consumismo e del turboliberismo, sacrilega strumentalizzazione dell'inizio della rivoluzione cristiana! Il presepio è lo sconvolgente e meraviglioso annuncio di una fraternità possibile e l'albero con i frutti colorati è l'annuncio di una nuova era, equa e solidale, dove nessuno sia più costretto a morire di fame o di guerra, dove ciascuno possa invocare lo stesso Dio in mille diversi modi, dove il meraviglioso sostantivo "Uomo" venga prima di qualunque venefico nazionalismo, razzismo e patriottismo.

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