L'anno scorso il territorio goriziano è stato gratificato dall'apertura del parco del Rafut, uno straordinario spazio verde sul colle dove c'è anche il santuario della Kostanjevica. Percorrendo i viali, all'ombra di alberi secolari, si può contemplare tra l'altro anche la suggestiva Villa Laščak, presto ristrutturata e riconsegnata alla fruizione dei cittadini. Le iniziative promosse dalla parte di Nova Gorica hanno consentito di conoscere bene questo scorcio finora dimenticato. Tra esse i concerti tra gli alberi hanno regalato momenti di grande arte e intensa emozione. Anche nel settore più antico delle Gorizia non si è stati da meno. L'attesa inaugurazione ha consentito ad abitanti e turisti di riappropriarsi di alcuni luoghi dimenticati da decenni e di nuovi originalissimi sguardi sulla città. Quello della Valletta è un capolavoro della natura, con una sapiente piantumazione, delicati vialetti pedonali e soprattutto la visione del Corno/Koren, il vero fiume di Gorici (sempre il duale, per "le due Gorizia"), libero dalle solette d'asfalto che lo imprigionano dal confine di Erjavčeva/San Gabriele fino alla palestra prossima al Kulturni dom. E' una breve, ma significativa passeggiata che consente di contemplare scorci del tutto inattesi e scoprire nel torrente perfino pesci e animaletti dell'acqua, che hanno ritrovato un habitat decente all'interno del quale sopravvivere. Colori, profumi, sapori si mescolano tra loro, in un'atmosfera di serenità metropolitana.E che dire del parco Coronini? Fino a non molto tempo fa, buona parte di esso era una selva inestricabile, impossibile da affrontare. Anche il viale e la loggia con le statue degli dei dell'Olimpo si potevano visitare raramente e soltanto intuire dietro a una vegetazione che non invogliava a superare la soglia con il bel cancello di ferro. Ricordo i tempi delle scuole superiori, quando dall'antistante palazzo Formentini (Liceo Dante Alighieri) si sbirciava tra le radure e spesso si vedeva l'ultimo Conte camminare pensoso tra gli arbusti. L'ingresso da via Brass è veramente delizioso, inimmaginabile dietro a uno squallido muretto fino a una manciata di mesi fa. Un sentiero consente di risalire la collina, tra pietre carsiche disseminate un po' ovunque. Si raggiungono i caseggiati, con le mostre temporanee che si susseguono l'una all'altra, si può dare uno sguardo alla lapide che ricorda la nascita del grande Julius Kugy e si può concludere il percorso sulla specie di tempietto neoclassico, collocato nel punto più elevato.
Ci sarebbe molto da dire, ma senza togliere il piacere della scoperta a chi vuole dedicare una passeggiata domenicale a questi gioielli goriziani, resta l'invito a riappropriarsi del Rafut, della Valletta e del Parco Coronini. Sono spazi pubblici, rigorosamente senza confini, usufruibili gratuitamente, approfondiscono il piacere e l'orgoglio di essere Goriziani! Resta solo la raccomandazione alle cittadine e ai cittadini di rispettare questa proprietà che è un bene comune, cioè appartenente a tutti e a ciascuno. E agli amministratori di curare con diligenza questo salotto naturale cittadino, mantenendolo così bello e accogliente anche per chi verrà e potrà usufruirne dopo di noi.



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