martedì 24 settembre 2024

Fermare le leggi fascistissime

 

In carcere. 

Se fermi le macchine per sensibilizzare sul clima, finisci in carcere. Se protesti contro le grandi opere, TAV o ponte sullo Stretto di Messina, finisci in carcere. Se poi sei già in carcere e dichiari che ti trovi a disagio, ricevi un aumento di pena. Se fai un sit-in di protesta contro la guerra e l'invio delle armi in giro per il mondo, rischi di finire in carcere.

Insomma, come cantava Antoine, dovunque te ne vai, qualunque cosa fai, tu sempre pietre in testa, riceverai.

Leggendo i punti principali del cosiddetto decreto per la sicurezza, si pensa di trovarsi di fronte a una strumentale bufala. Invece la realtà supera di gran lunga l'immaginazione. La Camera dei Deputati ha già votato le leggi fascistissime e tra qualche giorno toccherà al Senato. Poi potrà esserci un ritardo, dal momento che difficilmente il presidente della Repubblica sottoscriverebbe una simile trafila di minacce. Un suo rinvio alle Camere porterebbe allo slittamento di qualche mese, poi non resterebbe altro che il ricorso alla Corte Costituzionale o a un referendum dagli esiti incerti.

Mentre le carceri italiane si segnalano per una situazione di disagio e di degrado che suscita indignazione in Europa e nel Mondo, con un sovraffollamento del 30% rispetto al massimo di "accoglienze" consentito, il Parlamento approva delle leggi che avranno due possibili conseguenze. O ci sarà un soprassalto di coscienza democratica e le case circondariali si riempiranno di prigionieri politici che sfideranno le guardie pur di continuare a sostenere il diritto di manifestare e di esprimere opinioni diverse da quelle del Potere di turno. Oppure le leggi otterranno il loro scopo e su un'Italia già in crisi scenderà l'ombra pesante del dispotismo.

Che momento! Genocidio a Gaza, guerra tra Israele e Libano, conflitti ovunque, Ucraina pronta a spedire missili in Russia, con possibile conseguente pericolo di tragico allargamento del conflitto, Unione europea in trincea e soffocamento del dissenso in Italia. Non solo in Italia, in Francia, in barba al voto popolare, si insedia un governo di destra, in Germania la repressione colpisce perfino i bambini di dieci anni, come dimostrato da un filmato su you tube, divenuto in breve tempo virale.

Tutti abbiamo i nostri problemi, ma veramente il tempo di un'azione democratica e non violenta si sta assottigliando. Una società civile, in realtà molto migliore di chi la rappresenta, può e deve agire, cercando di perforare la cortina fumogena di un sistema mediatico sempre più asservito agli interessi di un Governo che dietro al pugno duro nasconde il pieno asservimento alle imposizioni dei padroni multinazionali del vapore. Un transatlantico che si chiama turbo Capitalismo, sul quale pochi mangiano, bevono e ballano come i passeggeri del Titanic, prossimi a incrociare il fatale iceberg.

1 commento:

  1. Questo ci dice (e ribadisce) che dobbiamo urgentemente uscire dalla rete dove ce la raccontiamo tra noi, per tornare a fare informazione, a dialogare, a fare politica, sul "territorio" fisicamente. Soprattutto quando come in questi quattro anni abbondanti nessuna fonte di informazione pubblica ad ogni livello si è sottratta al servilismo spesso assai interessato, della propaganda sotto la regia dei " poteri forti" internazionali. FUORI DALLA RETE!!!

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