mercoledì 25 settembre 2024

A Napoli, per parlare di Nova Gorica e Gorizia, con entusiasmo!

 

Essere a Napoli per parlare di Nova Gorica e Gorizia all'interno del Festival delle Lingue dell'Università "L'Orientale". E' un onore e un dono grande per me, reso possibile dall'incontro estivo con Maria Bidovec e Sanja Pirc, nel corso del Seminario di lingua e letteratura slovena tenutosi presso la facoltà di filosofia dell'Università di Ljubljana. Sono rispettivamente insegnanti di lingua slovena a Napoli e e a Roma. Ma ci sono altre ottime insegnanti di sloveno nelle università di Udine e Padova, per non parlare di Trieste, dopo la straordinaria esperienza di lettorato con Rada Lečič. Insomma, lo sloveno si fa strada in tutte le facoltà universitarie in Italia.

Ma, senza divagare troppo, che cosa dire a Napoli di Nova Gorica e Gorizia? Il primo obiettivo è trasmettere un entusiasmo profondo per ciò che sta accadendo. Un territorio che ha provato e testimoniato l'orrore della guerra, dei nazionalismi e degli assolutismi, che ha visto scorrere tanto sangue sulle sue montagne e nei suoi fiumi, oggi viene indicato dall'Europa come modello di amicizia e concordia tra popoli che parlano lingue diverse e vivono differenti culture.

Il secondo è riproporre la soluzione del duale. Gorizia a Nova Gorica non sono più città divise, ma neppure una città unica, bensì congiunte. Proprio come nell'originale e quasi unico elemento grammaticale della lingua slovena. Non esiste solo l'io e il noi, ma anche il midva, il "noi due", anche perché ogni costruzione di identità personale passa sempre attraverso la relazione io-tu. Così come il patto sociale presuppone sempre l'esistenza previa di un rapporto interpersonale. E così, Nova Gorica e Gorizia non devono diventare una città unica, ma rimanendo ciascuna sé stessa congiungersi con l'altra, offrendosi reciprocamente la bellezza della propria storia, geografia, letteratura, natura, imprenditoria e arte. Ciascuna resta sé stessa e insieme costruiscono una nuova meravigliosa realtà.

Infine - perché occorrerà ridurre il tutto a meno di un'ora di riflessione - sarà da sottolineare il significato della Capitale europea della Cultura per l'Europa e per il mondo. Di fronte all'interminabile guerra in Ucraina, foraggiata dalle armi "occidentali", al terribile genocidio di Gaza e agli altri troppi conflitti che si combattono ovunque nel mondo, è possibile immaginare che la Cultura fondi un nuovo concetto di Pace. Nova Gorica, Gorizia e i loro dintorni possono diventare laboratorio internazionale di pace, luogo di accoglienza senza confini, centro di addestramento per giovani che desiderino prepararsi a costruire relazioni pacifiche tra realtà in guerra, luogo per l'avvio delle trattative che conducono nazioni in guerra a riconoscersi, ascoltarsi e avviarsi verso una pace equa e duratura.

E' bello parlare di tutto questo a Napoli, città per definizione plurilingue e pluricultrale, si potrebbe dire quasi universalistica. Non potrà mancare un caldo invito a venirci a trovare, per conoscere questo spazio ancora potenziale ma già reale di accordo, di sororità e fraternità tra le persone e i gruppi che è Nova Gorica con Gorizia. Naturalmente proponendo anche un salto ad Aquileia, là dove tutto è iniziato e là dove l'emozione suscitata dalla bellezza dell'arte e della spiritualità potrebbe veramente essere un richiamo generale a costruire ovunque un mondo migliore, più umano e più giusto.

Grazie per questa occasione e... crediamoci! Ciascuno con la sua competenza e il suo ruolo, ma proprio nessuno escluso, porterà la propria tesserina nel mosaico della Capitale della Cultura che non appartiene soltanto agli amministratori e ai tecnici, ma riguarda ogmi cittadina e ogni cittadino di questo drammatico e affascinante territorio.

Aggiungo un augurio, un bocca al lupo speciale, per Alessandro Cattunar, che domani all'auditorium Formedil presenterà il suo nuovo libro su Gorizia, Storia di una linea bianca. Naturalmente, alle 18.03!

Nessun commento:

Posta un commento