giovedì 5 settembre 2024

Con Mirt Komel da Maks a Nova Gorica, un dialogo filosofico-teologico

 

Ohraniti sanje, di Mirsad Begic (1953)
Venerdì 6 settembre, alle ore 11, presso la splendida libreria Maks in Delpinova ulica a Nova Gorica, ci sarà il primo dei tre dialoghi filosofico teologici fra lo scrittore Mirt Komel e il sottoscritto.

Il primo incontro si inserisce nella ricchissima settimana di eventi denominata "Mesto knjige", la città del libro. Nel contesto della stagione estiva, ormai avviata verso la fine, si parlerà di dio e degli dei, della guerra e della pace, della gioia e del dolore.

Il tema della rassegna è "Spomin", da tradurre forse più con "memoria" che con "ricordo". Ciò renderà possibile affrontare anche alcune domande di fondo, spesso trascurate e marginalizzate nel contesto attuale. Per esempio, che cosa è la teologia? Cosa ha a che fare con i "discorsi sugli dei" dei pensatori greci e con il trionfo del monoteismo in ambito cristiano, ma soprattutto ebraico e musulmano? In che rapporto il riferimento al Trascendente condiziona l'esercizio della guerra o favorisce la ricerca della pace? E' possibile un linguaggio condizionato dallo spazio e dal tempo intorno a un oggetto per definizione al di là dello spazio e del tempo? Si può parlare di ciò che non si può conoscere? E ancora, cosa c'entra dio con la sofferenza umana? Con le malattie, con i cataclismi che affliggono l'umanità, con i bambini atrocemente travolti dal male "provocato" da altri esseri umani o dall'imperscrutabile scorrere degli eventi naturali?

Una delle possibili risposte è "no, non c'entra niente", tutto ciò che accade è affidato solo alla libera interpretazione e responsabilità umane. Dio è il "totalmente altro" che può essere affermato e creduto soltanto in quanto tale, svincolato dagli argini imposti alla e dalla ragione. In questo senso la teologia può ri-centrare il proprio oggetto, riportandosi proprio al tema di Mesto knjige: non cerca di assolvere o condannare il divino, non lo porta neppure sul banco degli imputati, ma prende atto e riflette sull'esperienza storica di coloro che "in nomine Dei" hanno dato un significato alla propria vita e hanno impresso una svolta (spesso catastrofica!) alla Storia. In questo caso il ragionamento procede da una memoria - quella essenzialmente contenuta nei libri ritenuti dai credenti ispirati o dettati dall'Assoluto - per scoprire un senso (esiste un senso?) nel presente e orientare una scelta improntata al desiderio di un futuro. Teologia quindi non come discorso su Dio, bensì come interpretazione dell'esperienza umana alla luce di un trascendente che, secondo la Bibbia, non si dovrebbe neppure nominare.

E la filosofia? E' possibile un dialogo fra un teologo e un filosofo? 

Beh, la risposta - o almeno un tentativo di risposta - la trovate domani, venerdì 6, se venite da Maks alle 11. Ah sì, sarà un esperimento di bilinguismo passivo, ognuno parlerà la propria lingua nella certezza della comprensione da parte dell'altro. 

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