![]() |
| Matteo Oleotto, Adalgisa Manfrida, Massimiliano Motta, Rossana Mortara |
La prima è una ragazza piena di voglia di vivere, incappata nelle avvincenti e pericolose chimere di un molto dostoevskiano sottosuolo, abitato da figure potenti, affascinanti, al limite del demoniaco. Il fratello, ingenuo e un po' stranito, è dominato da una forma di affetto morboso, che si traduce in una delicatezza ossessiva che confina con la soggezione e la dipendenza. Il terzo protagonista è Marlow, il simpatico cagnolino che, suo malgrado, funge da catalizzatore di tutte le avventure che si succedono, creando un'atmosfera di attesa mozzafiato. La vicenda si snoda attraverso una serie ininterrotta di colpi di scena, sottolineati dalla sapiente alternanza tra meravigliosi scenari di montagna e il grigiore dei paesi ormai semiabbandonati della valle, come pure tra la luce diurna e le tenebre notturne, tra il gelo ghiacciato degli esterni e le interessanti disarmonie degli interni. In un crescendo di rappresentazione, dove la percezione dell'umano è inversamente proporzionale all'ostentazione della ricchezza, si procede dalla roulotte dei due fratelli all'accogliente scantinato della parrocchia, dall'ambigua location della Casa di Riposo per gli anziani alla confortevole casa della padrona del cagnolino, per giungere soprattutto al lussuoso albergo che ospita ricchissimi turisti, nel loro composto sdegno e nel silenzio dentro il quale si sentono solo i tintinnii dei bicchieri di cristallo, più disumani degli imbonitori urlanti nelle profonde caverne degli scommettitori.
A prima vista, Ultimo schiaffo potrebbe sembrare un film dedicato alla disperazione, anche se nel complesso - senza entrare direttamente nella narrazione - le ultime scene sollecitano un dolce e commosso sorriso di comprensione. In realtà è un inno alla Speranza - con la S maiuscola - quella che non si identifica con l'ottimismo, ma colloca nei bassifondi dell'esperienza esistenziale il luogo autentico si una rinascita possibile. Il contesto natalizio sembra suggerire che gli angeli svolazzanti intorno al presepio che concorrono con la stella cometa a illuminare la notte del mondo, sono proprio le persone come Jure e Petra, nel loro catartico e iniziatico attraversamento delle prove. Sono custodi goffi di un mondo al crepuscolo, un po' come l'imbranato angioletto di Paasilinna che nel tentativo di salvare il suo assistito combinava una caterva di guai. Dimostrano che il luogo della nascita di Gesù Bambino è nel profondo di una caverna, non nelle luci e nei suoni delle festose tradizioni natalizie cittadine.
Un grazie a Matteo Oleotto per il dono e l'augurio di proseguire su questa ottima strada.

Sono assolutamente d'accordo, un grande "salto di qualità" per Matteo Oleotto.. anche se confesso di aver avuto bisogno di metabolizzare un pò il film.. complimenti ai giovani attori, a tutto il cast e un plauso particolare alla musica! Grazie anche di aver saputo valorizzare le luci e le ombre della nostra bella regione!
RispondiElimina