E' stata una giornata terribile oggi, per il Goriziano e per la Bassa Friulana. Versa totalmente allagata, con lo Judrio che scorreva lungo la strada principale e le viuzze secondarie, tanti altri paesi messi in ginocchio da un'ondata di maltempo che ormai purtroppo non può più definirsi eccezionale.
Ci sarà molto da discutere nelle prossime settimane, affinché ciò che è stato non sia mai più. Si dovrà parlare di argini colabrodo, "garantiti" per secoli dopo le inondazioni precedenti, di allerte della Protezione Civile poco tempestive e azzeccate, di colline che tracollano da un giorno all'altro "senza apparenti previi segni di cedimento" (in realtà quell'altura era già stata protagonista di frane in passato, nel versante verso il fiume e i residenti avevano più volte segnalato la situazione di pericolo idrogeologico, soprattutto dopo recenti opere di disboscamento).
Ma ci sarà anche tanto da ricordare di meraviglioso, la solidarietà unanime, l'impegno competente di Protezione Civile, Vigili del Fuoco, Forze dell'Ordine e istituzioni, cittadine e cittadini mobilitati all'unisono nel portare talmente tanti aiuti, da aver risposto alle necessità immediate nel giro di una manciata di ore.
Per il momento non resta che trepidare per la sorte dell'ultima persona dispersa, esprimere vicinanza a chi è stato colpito dall'alluvione e che da domani dovrà constatare i danni ingenti.
Ma insieme a tanta tristezza, è da guardare con immensa riconoscenza al giovane Quirin. In un mondo votato alla violenza, il suo è stato un infinito gesto di fraternità e di pace. Nessuno ha un amore più grande di chi dona la vita per le sue sorelle e i suoi fratelli nell'umanità. Un eroismo semplice, della porta accanto si potrebbe dire, non cancella il dolore per la perdita e la sensazione di assurdità di una simile morte. Apre comunque uno spiraglio di luce e di speranza sulla possibilità che prima o poi possa instaurarsi la civiltà dell'amore.

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