mercoledì 26 novembre 2025

Epic, una grande cosa!


Una delle sale espositive
Il centro EPIC, realizzato nel capannone delle ferrovie slovene presso la stazione della Transalpina, è uno straordinario gioiello. Si tratta di un percorso espositivo che consente di rivivere sensazioni, emozioni, drammi, visioni, speranze che hanno caratterizzato il XX secolo e che hanno trovato il loro compimento in Nova Gorica con Gorizia capitale europea della cultura.

Sì, l'inaugurazione di stasera è stata veramente straordinaria. Molte iniziative, proposte e azioni del 2025 si sono celebrate e concluse, mentre il Museo del Novecento si propone come un permanente luogo di formazione, conoscenza, analisi, ma anche di incontro e amicizia fra le persone e le comunità che vivono nella parte antica e nella parte nuova di "Gorici".

Il viaggio nel secolo breve - o "lungo" come molti amano definirlo - è reso possibile da video illustrativi, testimonianze, racconti di vita, opere d'arte, fotografie d'epoca, istallazioni, spazi suggestivi. E' una descrizione impressionante di come un territorio segnato da due guerre mondiali e da divisioni generate dal razzismo e dai totalitarismi, sia diventato un segnale per l'intera Europa e anche per il mondo nel suo insieme, di quanto sia possibile costruire insieme un'unione profonda tra diverse lingue, culture e storie di vita.

Kaja Širok (foto Nevio Costanzo)

Nel giorno dell'inaugurazione è stata senz'altro protagonista la curatrice, Kaja Širok, che ha voluto ringraziare tutte e tutti coloro che hanno collaborato con lei per raggiungere il prestigioso ma anche assai laborioso obiettivo. Ha sottolineato come l'apertura di un simile spazio offra di fatto a tutti gli abitanti del territorio un'occasione irripetibile di conoscenza e di maggior radicamento nella convinzione della grandezza del progetto che li coinvolge. Inoltre chi viene da lontano, può trovare nell'EPIC un'illustrazione sintetica ed efficace del significativo processo che ha condotto una terra insanguinata dai conflitti a immaginarsi come un laboratorio di giustizia e pace in tutto il mondo. Gli spazi espositivi non sono del tutto completati. Il cammino non termina con lo specchio che consente di guardare al passato contemplando il presente, ma prosegue con l'apporto di ogni cittadina e cittadino che possono portare ricordi, simboli, oggetti di vita quotidiana che abbiano rappresentato qualcosa di significativo per le persone e per l'intera comunità. Da notare che il primo di questi oggetti "musealizzati" è una macchina da scrivere Lettera 35, sulla quale è collocato il numero 1 della rivista Isonzo Soča, pubblicato nel lontano 1983: un piccolo omaggio a Dario Stasi, giornalista pioniere della convivenza tra popoli e culture.

Gran folla all'inaugurazione 

Anche il contesto dell'inaugurazione è stato significativo. C'era tanta gente e, sia pure in forma numericamente meno eclatante, si è ripetuto il miracolo dell'8 febbraio. Non si sono percepite più distinzioni o barriere, ci si è sentiti uniti in un'autentica festa dell'amicizia e della Cultura (con la C maiuscola). Nei discorsi di Peter Szabo, del sindaco Turel, del Segretario di Stato alla Cultura Marko Rusjan, della direttrice di Zavod Mija Lorbek, della stessa Kaja, si è percepita la soddisfazione di aver raggiunto un traguardo importante, ma da tutti coloro che sono stati presenti si è avuta piena coscienza del fatto che questa inaugurazione non è stata la fine, ma il nuovo inizio di un grande cammino. Hvala vsem, grazie di tutto cuore...

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