venerdì 14 febbraio 2025

Sergio Tavano, tra sapienza, fede e autentica amicizia

Foto Chiara Bressan
Se c'è stato un giorno storico come l'8 febbraio 2025 a Nova Gorica e Gorizia, lo si deve anche a persone come Sergio Tavano.

Con lui Gorizia perde la più alta figura di storico e archeologo, per lunghi anni docente universitario e indomito studioso e ricercatore. E' stato infatti interprete della vocazione inter-nazionale della città, evidenziando la bellezza delle relazioni tra le culture, in particolare quella friulana e slovena, oltre a quella italiana e alle ancora influenti, anche se disperse nel tempo, tedesca ed ebraica. Ha avuto a cuore Aquileia e Grado, ha raccontato con sapienza la storia del sogno sovranazionale e pluriculturale della diocesi e poi del patriarcato aquileiesi. Insieme a innumerevoli libri e articoli di carattere scientifico, ha scritto una monumentale storia dell'Arcidiocesi di Gorizia.

E’ stato tra i promotori della prestigiosa collana di studi ed edizioni critiche del Corpus degli scrittori aquileiesi. Ha contribuito, anche in forza delle straordinarie scoperte realizzate negli anni ’70 anche con il suo aiuto a San Canzian d’Isonzo, a far conoscere la vicenda dei martiri Proto, Canzio, Canziano e Canzianilla. Ha saputo offrire alcuni tra i più accurati percorsi di visita alla Basilica e più in generale alle zone archeologiche della città romana, paleocristiana e medievale.

Collegando la sua esperienza anche alla realizzazione del sogno della Capitale europea della Cultura 2025, si deve a Sergio Tavano la dizione di “Goriziano” (con la G maiuscola) per intendere il territorio compreso nell’intera area appartenente storicamente all’Arcidiocesi di Gorizia, in pratica l’intero bacino dell’Isonzo con i suoi affluenti.  Ha lavorato per costruire l’ideale dell’unità nella diversità insieme a tanti personaggi rilevanti, quali, tra i tanti, Michele Martina, Celso Macor e don Renzo Boscarol. Si deve anche a queste personalità, aperte a un respiro universale, il raggiungimento del prestigioso riconoscimento europeo.

Uomo di profonda e matura fede, ha esercitato il suo ruolo di laico impegnato nella Chiesa con intelligenza critica e grande professionalità, offrendo il proprio contributo di studioso e di docente alla formazione di intere generazioni di archeologi, ma anche di seminaristi e teologi. E’ ricordato da tutti con grande gratitudine e con affetto. Il suo impegno caratterizzato da orizzonti internazionali gli ha consentito di essere annoverato tra gli Accademici della Slovenia, privilegio assai raramente conferito a uno studioso non sloveno. Il suo importante servizio alla causa della Cultura non gli ha impedito di essere un punto di riferimento fondamentale per i suoi familiari, come pure per tutti gli abitanti di Gorizia.  

Apparentemente persona austera, a volte talmente coinvolto nella profondità della sua ricerca da suscitare una sorta di soggezione, lascia a chi lo ha conosciuto più da vicino, una sensazione di forte dolcezza e di intensa capacità di condivisione. La sua chiarezza e la schietta sincerità nelle relazioni gli hanno permesso di costruire nel tempo solide e durature amicizie.

La sua memoria è fonte di rinnovato impegno nella ricerca e nello studio, per il bene della sua amata Gorizia e dell’intero territorio “Goriziano”.

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