martedì 4 giugno 2024

Verso le elezioni europee: per la pace sulla Terra, per la dignità di ogni essere vivente

 

L'ideale è che ci siano soltanto gli Stati Uniti del Mondo, confederazione di tutte le realtà esistenti sul Pianeta. E' un'utopia, un'invenzione umana, così come invenzioni umane sono tutti i concetti che, razionalizzati, hanno determinato le forme dell'umana convivenza: la patria, la nazione, la famiglia, lo stato... in fondo altro non sono che frutti dell'immaginazione. Per difendere tali bandiere, esistenti soltanto in quanto generate dall'uomo, quanti milioni di morti, quante inutili stragi, quante persecuzioni...

Mentre si vorrebbero gli Stati Uniti del Mondo, l'Unione europea va al voto. Si noti, l'Unione europea, non l'Europa, perché sono molti gli stati dell'Europa che non appartengono all'Unione europea. Che cosa votare? Non è così facile rispondere a questa domanda, anche perché, soprattutto in Italia, si è parlato molto di più di problematiche locali che della visione che si vorrebbe avere dell'Europa.

Eppure le elezioni dell'8 e 9 giugno sono molto importanti, perché orienteranno il Parlamento e la Commissione continentali verso decisioni importanti per il futuro. Per esempio, si andrà verso la Terza Guerra Mondiale o l'Unione europea sarà proiettata verso la costruzione del sistema planetario delle Nazioni unite? Si vorrà fare dell'Unione una Rocca inespugnabile chiusa alla correlazione con popoli e culture o si considereranno le migrazioni dei popoli come la chance per potersi trasformare, fondandosi sull'umanità condivisa e non esclusivamente sugli interessi economici? Sarà un faro nella costruzione di politiche sostenibile e rispettose dell'ambiente? Si preoccuperà del futuro dei giovani, affrontando con competenza e creatività il rapporto fra crescita industriale e salvaguardia dei viventi? Avrà una struttura autenticamente democratica, in grado di favorire il dialogo e il confronto fra le diverse posizioni, rifuggendo e contrastando ogni nostalgia nazista e fascista? Contribuirà a creare tavoli di dialogo diplomatico per i popoli in conflitto? Oppure considererà prioritaria la soluzione apparentemente più facile, ma dalle conseguenze disastrose, dell'affidamento alle armi e agli strumenti di distruzione e di morte? 

Si è a un crocevia importante nella storia del Mondo. Cinque anni fa ero candidato alle elezioni europee, con il piccolo partito allora chiamato semplicemente "Sinistra". Avevamo prodotto approfonditi documenti su tutte le grandi questioni di allora, non troppo dissimili rispetto a quelle odierne. Abbiamo portato ovunque un'idea di un'Europa fondata sul lavoro, aperta alla libera circolazione delle persone, promotrice di giustizia e pace, ecologica, rispettosa dei diritti individuali e collettivi. Non abbiamo avuto molti mezzi per farci conoscere e i risultati non furono numericamente entusiasmanti. Occorre creare un maggiore consenso, ricostruire il volto di un impegno deciso, urgente e finalizzato alla salvezza stessa di una terra in crisi.

Per chi votare allora? Evitando le tentazioni del "voto utile", la strada da percorrere è quella di dare un segnale. In particolare il mondo del pacifismo deve mostrarsi forte e compatto, anche attraverso l'eventuale voto di testimonianza. Tre partiti in Italia hanno espresso esplicitamente la loro contrarietà all'invio delle armi in Ucraina, posizione simbolica importante nella quale si riconoscono tutti gli assertori della nonviolenza attiva come metodo di risoluzione delle controversie. Da ricordare, davanti alle urne, nella speranza che qualche convinto rappresentante riesca a raggiungere la sponda del Parlamento europeo...

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