lunedì 10 giugno 2024

Oltre le "europee": stasera il grande incontro a Sveta Gora (Monte Santo)

Tu, io, noi persone che viviamo in Europa, dove stiamo andando? 

L'incontro-dialogo che si terrà questa sera a Sveta Gora (Monte Santo) sopra Nova Gorica e Gorizia, sarà la miglior occasione per trascendere la contingenza dei risultati elettorali e cercare di comprendere meglio il ruolo del Vecchio Continente nell'attuale scenario geopolitico del Pianeta.

Parleremo di Europa, non solo di Unione europea, intendendo un concetto più sociologico che prettamente geografico, in ogni caso, come minimo e come diceva il Wojtyla, "dall'Atlantico agli Urali. I relatori saranno davvero straordinari. Si potranno ascoltare Fabiana Martini, coordinatrice di Articolo 21 in Friuli Venezia Giulia, paladina dei diritti civili e della libertà di stampa;  Stojan Pelko, profondo filosofo, acuto osservatore delle dinamiche antropologiche contemporanee e responsabile dell'attuazione del programma del 2025; pater Bogdan Knavs e pater Karel Gržan, due tra le personalità più interessanti dell'attuale Slovenia, testimoni di un cristianesimo radicato nella società come elemento di costruzione di liberazione e di pace nella giustizia. Veramente, da non perdere...

Nell'orizzonte di questo illuminante incontro, che dire dei risultati elettorali nelle "europee" di questi giorni?

Cominciando dai dati preoccupanti, si può osservare anzitutto che in Italia un avente diritto su due non è andato a votare. Tenendo presente che c'erano contemporaneamente numerose elezioni di amministrazioni locali, il dato non si allontana molto da quello generale dell'intera Europa. Perché la gente non si avvicina più alle urne? E' importante non liquidare la domanda con il solito slogan secondo il quale "se non scegli tu, saranno gli altri a scegliere per te". Il disagio è un segnale troppo forte per non interpellare la salute stessa della democrazia, ma anche il sistema nel suo insieme. Se quando si vota, l'esito non viene tenuto conto e si affidano i centri di potere ai non eletti, che senso ha recarsi alle urne? Oppure, nel caso specifico del parlamento europeo, è così importante scegliere dei candidati che affolleranno un'aula dalle prerogative assai ristrette, dal momento che la Commissione - non eletta dal popolo - riveste di fatto quasi ogni forma di potere? Ogni elezione sembra essere un test per i governi nazionali e nelle campagne elettorali si parla di tutto meno che di Europa, quali informazioni può possedere un elettore per esercitare il suo diritto in modo consapevole?

Certo è che in queste condizioni, meno sono i votanti, più è facile che gruppi ai limiti dell'eversione possano trovare spazio e raggiungere percentuali altrimenti impensabili. I trionfi dell'estrema destra in molti paesi d'Europa sono alquanto preoccupanti, come i finora sottovalutati fenomeni di neofascismo e neonazismo che si stanno verificando ovunque, compresa la Slovenia. I risultati elettorali mettono in guardia, una sponda "nera", eletta democraticamente, potrebbe davvero favorire la liberalizzazione di ideologie razziste, totalitariste e disumane. Chi esce purtroppo sconfitto da queste elezioni è chi crede in un'Europa libera, accogliente, pluriculturale, pluriideologica, plurireligiosa e pluri via dicendo...

Queste ultime osservazioni valgono anche per la Slovenia e per l'Italia. Nel primo caso, la (risicata) vittoria delle destre, se non è tale da mettere in discussione l'attuale compagine governativa, è un forte campanello d'allarme, tanto più se si pensa all'estromissione di una Levica (Sinistra), uscita con un molto miglior risultato dalle ultime politiche. Sorprendente è stata la performance del gruppo ambientalista Vesna, che è riuscita a collocarsi al terzo posto, a superare il 10% dei consensi e a ottenere un parlamentare europeo. Gli sloveni del centro sinistra si intestano d'altra parte anche la vittoria nei referendum - peraltro consultivi - voluti dal governo Golob su alcuni diritti civili, in particolare sull'eutanasia e sulla legalizzazione della cannabis in medicina e per uso ricreativo.  

La Vesna italiana è stata l'Alleanza Verdi Sinistra, partita per raggiungere l'asticella del 4% e proiettata alla fine oltre il 6%. L'inequivocabile posizione sulla pace, sul non invio delle armi in Ucraina, insieme alla geniale candidatura di Ilaria Salis come pure di Mimmo Lucano, ha permesso al partito di raggiungere un risultato in questi temi straordinario. La compagine di Santoro, Pace Terra Dignità, più o meno schierata di fatto sulle stesse dinamiche, è costretta a chiedersi oggi - dopo la prevedibile estromissione - se non sarebbe stato meglio partecipare alle elezioni insieme ad avs, piuttosto che correre da sola pur sapendo di non poter andare molto oltre a una significativa testimonianza di coerenza e di convinzione pacifista. Per il resto, niente di imprevisto, nell'eterno saliscendi interno alle compagini alleate o simil-alleate in ambito nazionale. Sale di poco Fratelli d'Italia (che ha comunque il 20% in più rispetto alla precedente tornata continentale), sale significativamente Forza Italia e scende la Lega, che si becca il 20% in meno (guarda caso!) rispetto alle europea di cinque anni fa. Sull'altro versante, cresce bene il Pd targato Elly Schlein (torna intorno al 24%, la segretaria può essere giustamente soddisfatta per un buon 6% in più), recuperando in blocco i voti passati in precedenza al Movimento 5 Stelle, malinconicamente confinato intorno al 10%, (con l'8% in meno rispetto al 2019, anche qua, guarda caso), tallonato perfino dai vituperati forzitalisti. Non hanno raggiunto il 4% neppure Calenda e l'inedita coppia Bonino/Renzi, nonostante una campagna elettorale d'assalto. Forse farebbero bene a considerare come la loro parabola politica sia ormai giunta al capolinea.

Insomma, numeri e numeri per richiamare un'importante verità: l'Unione europea e l'Europa nel suo insieme, se vuole contare qualcosa, deve ritrovare la strada delle idee, dei valori e delle coraggiose visioni lungimiranti che l'hanno in origine voluta. Al di là dei risultati, di questo o di quello, è importante riprendere la piena consapevolezza di ciò che si è. Ed è per questo che, proprio in questa giornata di esultanza per alcuni, di depressione per gli altri, il convegno di Sveta Gora assume un'eccezionale importanza, un messaggio che nasce dalla prossima capitale culturale d'Europa e si diffonde in tutti gli angoli della Terra.
 

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