Il concetto di frontiera non viene indagato attraverso un'analisi storiografica, ma con la mediazione dello sguardo del presente e del passato, rivolto a un momento particolarissimo della storia della nostra terra.
E' il momento in cui, finita la prima guerra mondiale, tornano i reduci in un'Aquileia dilaniata tra le memorie del dissolto impero Austro-Ungarico e i primi inquietanti passi degli invasori (o liberatori, secondo gli opposti punti di vista) italiani.
Alla base c'è una profonda e radicata conoscenza, ma essa viene tradotta in un linguaggio avvincente, dove i protagonisti reali della stagione delle lotte contadine nella Bassa Friulana intrecciano la loro vicenda con quella - assai delicata e affascinante - di creature "inventate" dall'autrice, fantasiose certo, ma del tutto plausibili e compatibili con l'"esprit du temps".
La "frontiera inaspettata", azzeccatissimo titolo dell'opera, è certamente quella del trattato di Rapallo che ha diviso popoli e culture precedentemente caratterizzato da una relazione dialettica e simpatetica. Ma è anche quella tra i ricchi e i poveri, tra la speranza e la delusione, tra la fedeltà e il tradimento, tra la libertà e la dittatura, tra la gioventù e la vecchiaia, tra il passato e il presente. Si discuterà un po' di tutto questo giovedì al Kulturni, ascoltando, riflettendo e approfondendo insieme.
Per chi non vorrà perdersi Patty Smith, sarà un'ottima introduzione, anche per raggiungere in seconda serata la piazza della Casa Rossa, ascoltare un'icona della musica contemporanea e forse scoprire un'altra frontiera inaspettata, quella tra chi si può godere una serata di grande musica e quella di chi è costretto a dormire al freddo o sotto la pioggia, meno di cento metri più in là, aiutato da pochi volontari che impiegano ogni notte le proprie energie per portare un po' di conforto a chi sembra essere dimenticato da tutti.
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